Sorprese europee a sinistra (in Norvegia e non solo)
Miracoli e sorprese della sinistra europea: si riparte da Støre. Sì, da Jonas Gahr Støre, il miliardario laburista, già braccio destro dell’ex premier e attuale segretario della Nato Jens Stoltenberg, che ha sbaragliato i conservatori di Erna Solberg, al potere in Norvegia da otto anni. Støre ha ottenuto una vittoria ben più ampia di quella che gli assegnavano le rilevazioni demoscopiche. Quasi sicuramente avrà in Parlamento la maggioranza assoluta dei seggi. Così anche se porterà con sé al governo altri partiti desiderosi di coalizzarsi con lui, non dovrà subire i loro condizionamenti. Deciderà da solo se, e in che misura, ridurre le trivellazioni petrolifere contestate dai Verdi e da altre formazioni minori. Disporrà per una stagione di ampi poteri. Stessa disposizione d’animo nei confronti dei soci minori avrà il socialdemocratico Olaf Scholz al quale i sondaggi attribuiscono un analogo successo in Germania dove si voterà tra dieci giorni. Nel corso della campagna elettorale Scholz non ha voluto prendere impegni e ha evitato di ribadire — come la Spd ha sempre fatto — che non si alleerà con gli scissionisti di Die Linke. Ma è per lui un punto fermo non voler sentire neanche parlare di uscita dalla Nato o di altri condizionamenti che i piccoli potenziali alleati potrebbero volergli imporre. E se non ha chiuso del tutto la porta all’estrema sinistra, lo ha fatto (oltre che per scaramanzia) per aver maggior potere contrattuale il giorno in cui, in caso di vittoria, dovrà sedersi al tavolo con tutti i potenziali alleati.
In ogni caso le dimensioni della vittoria di Støre hanno riacceso le speranze dell’intera sinistra europea che da anni sembrava aver smarrito persino il senso della propria esistenza. Curioso che questa riproposizione del sogno avvenga per merito di uomini d’ordine e di governo, così diversi dai leader radicali e romantici alla Corbyn. Verrà il tempo — nel caso siano confermate anche le previsioni che riguardano Scholz — di riflettere sul nesso che sicuramente c’è, tra questo fondamentale cambiamento e la stagione non ancora conclusa del Covid.
Una terza piccola, piccolissima, conferma della tendenza di cui ci occupiamo potrebbe venire qui in Italia dalle elezioni amministrative che si terranno in ottobre. I sondaggi — che pure, nel caso di consultazioni politiche, assegnano un risultato trionfale al centro-destra — prevedono, invece, una netta vittoria del centrosinistra, quantomeno nelle città più importanti. Se ciò si verificherà, Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia dovranno prendere atto una volta per tutte che l’amalgama nel loro campo non sta funzionando e da tempo non ha funzionato. Che i loro elettorati non sono disponibili a seguire le indicazioni dei vertici come erano stati invece in una lunga stagione di elezioni regionali conclusasi, alla vigilia della pandemia, con la vittoria di Bonaccini in Emilia.
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