Ma Francesco stavolta sbaglia

Attenzione, non sto dicendo che abortire non ponga problemi etici. Né che abortire sia semplice, banale, evidente. Non c’è nulla di banale nella decisione che prende una donna quando decide di non portare avanti una gravidanza. Talvolta si tratta di un gesto doloroso, terribile, che lascia tracce perenni. Talvolta è l’unica possibilità che si ha per non morire psichicamente. Una donna ci mette il corpo e il cuore, altro che sicario da assoldare! Altro che modo semplice per risolvere un problema! Aspettare un figlio può essere una grandissima gioia, ma anche una tragedia che stravolge l’esistenza. La vita non vale sempre la pena di essere vissuta. E anche se la Chiesa pensa il contrario, sarebbe comunque segno di grande umanità accettare il mistero dell’impossibilità, per certe vite, di continuare. Senza bisogno di citare libri di embriologia o statistiche. Oppure collegare il calo anagrafico all’aborto. Mi scusi, Pontefice, se mi permetto di contraddirla. Non ho nessuna verità in tasca, e l’unica cosa che ho pian piano imparato a fare, di fronte al dolore, è balbettare. Ma vorrei tanto che le sue parole accudissero invece di condannare. E aprissero la Chiesa all’estrema vulnerabilità dell’esistenza di ognuno di noi, che è certo contraddittoria e precaria, ma anche sfacciatamente bella nella propria fragilità.

LA STAMPA

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