Smart working nella pubblica amministrazione solo con un accordo individuale (e non si potrà fare dall’estero)
di Enrico Marro
Losmart working nel pubblico impiego sarà regolato da un accordo individuale scritto. E in ogni caso non si potrà svolgere dall’estero. Lo prevede la proposta messa a punto dall’Aran, l’agenzia governativa per la contrattazione. Il lavoro da remoto, secondo le direttive del ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta dovrà interessare non più del 15% dei lavoratori. L’obiettivo è infatti riportare l’85% dei lavoratori in ufficio perché spesso il lavoro da casa si è dimostrato inefficiente. La proposta dell’Aran prevede il lavoro da remoto segua regole scritte che specifichino le modalità dell’attività da svolgere fuori dall’ufficio. Esso potrà essere utilizzato solo «per processi e attività di lavoro, previamente individuati dalle amministrazioni, per i quali sussistano i necessari requisiti organizzativi e tecnologici per operare con tale modalità». L’accordo disciplinerà anche le giornate nelle quali si potrà svolgere il lavoro agile, gli orari, i riposi e le forme di recesso. Tra le regole proposte anche il divieto di lavorare in remoto dall’estero, a meno che la sede di lavoro sia fuori dai confini.
Stretta sugli abusi
È evidente l’intento di dare una stretta al lavoro da casa, evitando che si trasformi in una sorta di vacanza. Questa modalità di lavoro, si legge nella proposta, è finalizzata «a conseguire il miglioramento dei servizi pubblici e l’innovazione organizzativa garantendo, al contempo, l’equilibrio tra vita professionale e vita lavorativa». Saranno previste specifiche attività formative per accompagnare il nuovo smart working. L’accordo sarà individuale e il lavoratore concorderà con l’amministrazione i luoghi dove è possibile svolgere l’attività. Luoghi che dovranno rispettare condizioni minime di tutela della salute e sicurezza e la piena operatività della dotazione informatica. Inoltre, andrà garantita la più assoluta riservatezza sui dati e sulle informazioni che vengono trattate dal lavoratore. L’amministrazione faciliterà l’accesso al lavoro agile ai lavoratori in condizioni di particolare necessità, non coperti da altre misure, come ad esempio i genitori di bambini di età inferiore a 3 anni, i disabili e coloro che assistono disabili. L’accordo dovrà contenere anche le modalità di esercizio del potere direttivo e di controllo del datore di lavoro sulla prestazione resa dal lavoratore fuori dall’ufficio. L’Aran propone di distinguere tre fasce giornaliere: una di operatività, un’altra di contattabilità e un’altra di inoperabilità durante la quale il dipendente ha diritto alla completa disconnessione. Chi è in smart working potrebbe essere richiamato in ufficio per esigenze di servizio, ma con un giorno di preavviso.
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