Terza dose, il piano di Figliuolo: «Tutto pronto, ecco le fasce che la faranno. A metà ottobre l’82% di vaccinati»

di Fiorenza Sarzanini

«La macchina organizzativa è pronta, dopo i “fragili” procederemo con le altre categorie». Nel giorno dell’avvio delle somministrazioni per la terza dose, il generale Francesco Paolo Figliuolo conferma che il piano per i «richiami» è ormai nella fase operativa. Nei prossimi giorni il Cts dovrà fornire le ultime indicazioni «e poi andremo avanti per chi ha più di 80 anni, gli ospiti delle Rsa e i sanitari in modo da meglio preservare chi più ne ha bisogno». Il commissario vola in Veneto e poi in Sicilia. Si muove da nord a sud, sa di essere nella fase cruciale della campagna vaccinale. Sicuro di poter raggiungere il prossimo obiettivo a metà ottobre: «Arriveremo all’82% di persone completamente vaccinate e una percentuale superiore di prime dosi». È l’effetto del decreto che impone il green pass a tutti i lavoratori, Figliuolo lo sa bene. Ma lui rimane convinto di poter ancora convincere anche i cittadini più restii a immunizzarsi. E per questo le parole che pronuncia quando incontra i governatori Luca Zaia e Nello Musumeci, ma anche il personale della protezione civile, i volontari, i medici e gli infermieri rivolge un vero e proprio appello.

Le categorie da immunizzare

Per chi vive «situazioni di alto rischio, come i malati oncologici, chi ha subito un trapianto oppure è ancora in attesa, i dializzati e tutti coloro che sono immunocompromessi, siamo già partiti e procederemo in modo spedito». E gli altri? Si riparte con la stessa sequenza già utilizzata nella prima fase della campagna? «Gli scienziati ci daranno indicazioni su come procedere. Ma è prevedibile che si seguirà uno schema identico a quello che ci ha consentito di preservare al meglio chi più ne ha bisogno». Il vero problema riguarda il dopo. Chi ha ricevuto la seconda dose già da qualche settimana o da qualche mese, si interroga su quello che dovrà fare, si chiede quanto durerà l’immunizzazione, se il richiamo sarà davvero necessario o se invece basterà avere un livello di anticorpi alti. Figliuolo non si tira indietro, ma sa bene che la scelta spetta ad altri e dovrà essere fatta sulla base degli studi in corso e osservando gli effetti sulle pesone delle varie fasce d’età: «Sono gli scienziati a dover fare ulteriori riflessioni, anche sulla base dei dati che si stanno raccogliendo sul campo». La decisione appare comunque scontata e infatti il generale conferma: «Attendiamo il via libera, la macchina organizzativa è pronta».

Le dosi di vaccino da utilizzare

La prima fase della campagna è stata segnata da ritardi nella consegna delle dosi, falle evidenti nella stesura dei contratti siglati in sede europea. Figliuolo assicura che tutto questo non potrà accadere di nuovo. I conti fatti dalla struttura commissariale dicono che per il personale sanitario servono circa 2 milioni di dosi, 4 milioni e mezzo per chi ha più di 80 anni, circa 400mila per chi si trova nelle Rsa. E poi bisogna aggiungere circa 3 milioni di «fragili». «Abbiamo più di 11 milioni di dosi — assicura il generale — quello delle scorte non è e non potrà più essere un problema». Se gli scienziati dessero il via libera al «richiamo» per tutti, sarebbero necessari oltre 42 milioni di vaccini ma è comunque un argomento che dovrebbe essere affrontato qualora le agenzie regolatrici dovessero ritenerlo indispensabile anche per chi ha meno di 65 anni. Il vero obiettivo da raggiungere nel più breve tempo possibile riguarda l’immunità di gregge.

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