Recovery, allarme di Draghi: “Terremo lontane le mani della criminalità”. Ora la stretta sui controlli
ALESSANDRO BARBERA
L’attuazione del Piano nazionale delle riforme. E poi la Finanziaria, la soluzione al rebus pensioni, all’emergenza del caro bollette, la riforma fiscale, la concorrenza, il sempreverde caso Alitalia. Con il passare dei giorni sul tavolo di Mario Draghi a Palazzo Chigi si affolla il lavoro. In pieno semestre bianco la strana maggioranza è alla prova dei fatti. Le difficoltà aumentano, e lo testimoniano i molti di voti di fiducia in Parlamento. Quattro in 48 ore: ieri sull’introduzione del passaporto vaccinale, sulla riforma del processo civile, oggi ne sono annunciati altri due, uno sul processo penale, giovedì di nuovo sul Green Pass nelle scuole.
In alcuni casi il premier riesce a imporre la linea, in altri è costretto al rinvio. La sua missione principale era la messa in sicurezza del Recovery Plan, ma il lavoro non si è esaurito con la presentazione dell’enorme faldone dei progetti. Il cronoprogramma del governo prevede entro Natale ventitré riforme. Solo per citare le più importanti: quelle della giustizia tributaria, degli istituti tecnici e professionali, il nuovo contratto di programma delle Ferrovie, la nuova legge sul reclutamento degli insegnanti. Più di duecento miliardi di spesa che resteranno sulla carta se non accompagnati da un duro lavoro burocratico. Il sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli ha chiesto a ciasun ministro di aggiornarlo sullo stato di avanzamento dei rispettivi dossier. Una volta raccolti, Garofoli dovrebbe svolgere un’informativa in Consiglio. Si tratta in sostanza dell’allargamento al Recovery Plan del monitoraggio svolto ogni mese dall’apposito dipartimento sui provvedimenti approvati.
Oltre alle riforme c’è da velocizzare gli investimenti, ed evitare che su quella montagna di soldi mettano gli occhi le organizzazioni criminali. In un messaggio ad un incontro organizzato dal Dipartimento di pubblica sicurezza e da Europol, il premier promette vigilanza: «Siamo determinati a prevenire e reprimere qualsiasi frode e infiltrazione nell’utilizzo dei fondi». Il governo sta cercando di accelerare le gare con il decreto semplificazioni, ma entro metà 2022 dovrà approvare anche una nuova riforma del codice degli appalti. Nel frattempo ci saranno modifiche alle norme antimafia che permetteranno verifiche sulle aziende impegnate nei cantieri prima che scattino misure interdittive. «La credibilità delle istituzioni e il futuro della nostra economia dipendono dalla nostra capacità di spendere bene e con onestà», dice sempre Draghi. In effetti è così: i report delle grandi banche d’affari sul debito italiano considerano l’efficacia del governo sull’attuazione del Recovery Plan un elemento di giudizio decisivo quanto le prossime mosse della Banca centrale europea sulla durata del piano di acquisto di titoli pubblici.
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