“Mi volevano morto…”. La cena dei corvi mentre il Papa era in ospedale
Non è un mistero, peraltro, che in Vaticano come altrove, i critici di Papa Francesco sono aumentati col passare degli anni: stufi delle novità e spesso depotenziati per non far danni, non hanno risparmiato al Pontefice colpi «diabolici» per le sue ultime decisioni sulla messa in latino e non solo. Rivolgendosi sempre ai gesuiti slovacchi, Bergoglio ha, infatti, chiarito: «Io posso meritarmi attacchi e ingiurie perché sono un peccatore, ma la Chiesa non si merita questo: è opera del diavolo. Ci sono anche chierici che fanno commenti cattivi sul mio conto – ha aggiunto il Papa argentino -. A me, a volte, viene a mancare la pazienza, specialmente quando emettono giudizi senza entrare in un vero dialogo. Lì non posso far nulla. Io comunque vado avanti senza entrare nel loro mondo di idee e fantasie. Non voglio entrarci e per questo preferisco predicare. Alcuni mi accusavano di non parlare della santità. Dicono che parlo sempre del sociale e che sono un comunista. Eppure ho scritto una Esortazione Apostolica intera sulla santità, la Gaudete et exsultate».
IL GIORNALE
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