Tridico: “È l’ora di aiutare giovani e donne con i figli, servono incentivi selettivi e salario minimo”
PAOLO BARONI
ROMA. Gli incentivi devono essere selettivi, più si mira al target e più funzionano bene, altrimenti si rischia di sprecare risorse, sostiene Pasquale Tridico. «Questo – spiega il presidente dell’Inps – è il momento di mettere in campo interventi contro la precarietà ed i salari bassi e poi occorre favorire l’occupazione di donne e giovani. Perché la crescita c’è ed forte ma deve essere inclusiva».
Presidente
la ripresa è in corso, il Pil cresce in maniera robusta, il lavoro
anche ma non allo stesso ritmo e soprattutto i nuovi contratti sono in
prevalenza a termine. Si potrebbe dire non è esattamente lavoro «buono».
«Tutti
i dati sono positivi. E lo riscontriamo nelle entrate contributive, che
per noi sono un po’ il termometro dell’andamento dell’economia, salite
dell’8%, circa 9 miliardi in più rispetto allo stesso periodo dell’anno
scorso. Oltre a questo abbiamo un dato molto importante sugli occupati,
cresciuti complessivamente quasi di un milione in più rispetto al primo
semestre 2020 e cresciuti anche rispetto al 2019, e poi c’è il dato sul
Pil che ormai è certo viaggia al 6%. I dati aggregati sono certamente
buoni, poi certo anche noi notiamo che ci sono molte assunzioni a tempo
determinato e disuguaglianze di genere che permangono, come l’alta
incidenza di part-time per le donne».Anche i contratti di somministrazione stanno crescendo molto: la precarizzazione sta aumentando anziché calare.
«Una
delle ragioni può essere la sospensione del Decreto dignità che nel
2019 aveva operato con molta evidenza nel ricomporre il mercato del
lavoro a favore del tempo indeterminato e che nel 2021 il legislatore ha
deciso invece di sospendere fino al settembre 2022 a causa della
pandemia. Anche per questo nonostante la ripartenza cresce l’occupazione
a termine e purtroppo permangono le disuguaglianze, e le disparità di
genere pure. Appena possibile sarà necessario favorire la stabilità dei
lavoratori, anche con incentivi mirati, perché se dobbiamo crescere come
stiamo facendo ora, è bene che la crescita sia per tutti. La nostra
deve essere una crescita inclusiva mentre una crescita trainata da un
lavoro che non è stabile certo non lo è».
Quindi cosa occorre fare?
«Ci
sono strumenti che col tempo possono essere gradualmente reintrodotti:
da una parte si può riattivare il decreto dignità e dall’altra si può
introdurre il salario minimo».
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