Dal momento Merkel al momento Draghi: un Paese migliore in un’Europa migliore

Pubblichiamo il DINNER SPEECH di Renato Brunetta, Ministro per la Pubblica amministrazione, all’EPP GROUP BUREAU MEETING del 20-22 Settembre 2021, il summit del gruppo del Partito popolare europeo che si è svolto a Roma.

Onorevoli parlamentari,
signore e signori,

ci ritroviamo qui, stasera, mentre l’Europa rialza la testa dopo oltre un anno
e mezzo di emergenza sanitaria, di crisi economica e sociale, di sofferenze
e paure. Diciotto mesi che hanno visto l’Unione europea ritrovare, dopo
iniziali sbandamenti, unità e solidarietà, capacità di reazione alle avversità
comuni, spirito di innovazione. Come ci ha ricordato qualche giorno fa la
Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, oggi l’Unione è
leader mondiale per popolazione vaccinata (il 79%), ha distribuito
gratuitamente 700 milioni di dosi in 130 Paesi, è pronta a condividere altre
450 milioni di dosi con gli Stati più poveri, ha fatto scuola nel mondo
introducendo il green pass, come strumento per incentivare le vaccinazioni,
e ha risposto alle difficoltà economiche, scatenate dalla pandemia e dai
lockdown, decidendo di indebitarsi sui mercati per finanziare la ripresa e la
resilienza dei Paesi membri, e per disegnare un futuro di crescita e
sostenibilità per la Next Generation EU. Grazie a questi passaggi, entro la
metà del prossimo anno l’Unione europea avrà completamente recuperato il
gap di crescita aperto dalla pandemia, collocandosi su un sentiero di ripresa
tendenzialmente più alto. Se continueremo a fare le scelte giuste.

I padri fondatori possono essere fieri di noi. L’Europa è viva e vegeta, a
dispetto di chi la credeva e voleva morente. La grande famiglia del PPE sta
vedendo rafforzarsi l’Europa cristiana, liberale e solidale che ha sempre
rappresentato, l’Europa convinta che nessuno debba essere lasciato indietro, l’Europa dell’economia sociale di mercato, l’Europa delle libertà e dei diritti. I valori del PPE non sono i valori di una parte. Sono i valori universali dell’Europa. Essi includono tutti, non escludono nessuno. Questa è la nostra grande forza, in ogni Paese e nell’Unione. Non si stanca di ripeterlo Silvio Berlusconi insieme a noi di Forza Italia, tornati al governo dopo nove anni per sostenere come Presidente del Consiglio l’italiano più autorevole, Mario Draghi.

Dopo la Comunità europea del Carbone e dell’acciaio, e la creazione della
moneta unica, la risposta alla pandemia rappresenta un’altra tappa
fondamentale del nostro percorso di integrazione. Lo scrisse nel 1976 Jean
Monnet: «L’Europa sarà forgiata dalle crisi e sarà la somma delle soluzioni
adottate per quelle crisi».

Qualcuno ha chiamato questo momento il “momento Hamilton” d’Europa,
ricordando come Alexander Hamilton alla fine del 1700 riuscì a trasformare
il debito accumulato dalle 13 colonie per raggiungere l’indipendenza dal
Regno Unito in debito pubblico del nuovo Stato federale, ponendo le basi
per la nascita degli Stati Uniti d’America.In Europa le cose sono un po’ diverse, e dunque a me piace chiamarlo “momento Merkel”, riconoscendo alla cancelliera tedesca il merito, da grande statista, di aver cambiato idea sul debito comune, e di aver permesso di disegnare una risposta condivisa e solidale a una crisi simmetrica. Il risultato è un pacchetto da 750 miliardi di euro che ha l’obiettivo di accompagnare gli Stati fuori dall’emergenza Covid-19 e di porre le basi per un’Europa più verde, più digitale, più coesa e più inclusiva.

Il “momento Draghi” dentro il “momento Merkel”

Oltre al “momento Merkel”, dallo scorso febbraio è nato in Italia anche il
“momento Draghi”. Che sia un magic moment ce lo ha confermato lo sport,
con tutta la sua potenza simbolica: Wimbledon, Wembley, Tokyo, i successi
delle Paralimpiadi, i trionfi della nostra pallavolo femminile e maschile a
Belgrado e Katowice. Una congiuntura astrale favorevole per il mio Paese,
che dal punto di vista economico e sociale vede oggi nel nostro Piano
nazionale di ripresa e resilienza – un “contratto” da 191 miliardi siglato con
la Commissione europea – la stella polare per recuperare un ruolo primario
in Europa e nella comunità internazionale. Nell’insieme dei programmi del
Piano – ha sottolineato Draghi presentando il PNRR alle Camere lo scorso
aprile – «c’è anche e soprattutto il destino del Paese, la misura della sua
credibilità e reputazione come fondatore dell’Unione europea e protagonista
del mondo occidentale».

L’Italia è il maggior beneficiario del Next Generation EU in termini assoluti.
Siamo consapevoli dell’importanza del successo italiano
nell’implementazione del Piano anche in chiave europea. Ad oggi, abbiamo
dimostrato di meritare la fiducia dell’Europa: abbiamo trasmesso il PNRR
alla Commissione europea entro il 30 aprile, abbiamo ottenuto una
valutazione eccellente (dieci “A” e una “B”), abbiamo approvato e
convertito in legge prima della pausa estiva le prime due riforme abilitanti
– semplificazioni e governance da un lato, reclutamento e riforma della
Pubblica amministrazione dall’altro – che ci hanno permesso di ricevere a
metà agosto l’anticipo di 25 miliardi. Sono fiero che questi decreti portino
la mia firma.

Il progetto di integrazione proiettato nel futuro

L’azione riformatrice che permea l’intero Piano e la stessa riforma della
Pubblica amministrazione raccolgono la sfida del miglior popolarismo
europeo e proiettano nel futuro il progetto originario di integrazione,
scommettendo assieme agli altri Paesi sulla valorizzazione del capitale
umano, sulla transizione digitale, sulla transizione ecologica, sull’inclusione
sociale.

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