La Cancelliera senza eredi
L’unica volta che Angela Merkel ha provato davvero a trovarsi un erede ha sbagliato, ed è stata la prima a riconoscerlo rimuovendo immediatamente la sedia sopra cui l’aveva deposto. È stato il caso di Annegret Kramp-Karrenbauer, la delfina prescelta per guidare la Cdu dopo di lei. Una che per fare la spiritosa in occasione del Carnevale aveva pensato bene di fare la parodia di una donna delle pulizie, e che nel voto regionale della Turingia non si era resa conto che il suo partito si stava quasi per alleare con gli estremisti di destra dell’AfD. Merkel non ci ha pensato un minuto a scaricarla – dopo averla fatta dimettere dalla presidenza Cdu con conseguente rinuncia a futuri sogni di gloria – mandandola a ingrossare la fila di maggiorenti che negli anni erano stati variamente prepensionati, neutralizzati o marginalizzati a tal punto da non rientrare nemmeno nel conto finale.
Che i grandi della politica non siano mai stati bravi a trovarsi degli eredi non è in definitiva una novità, ma nel caso di Merkel la cosa potrebbe costituire una macchia per il suo futuro, di cui ancora non conosciamo le prospettive né gli esiti ma che certo non si esclude ci sia, in una qualche forma.
La stagione che si apre adesso per la Germania – settimane, forse mesi – è piena di interrogativi: si tratterà di avviare colloqui per una maggioranza che si annuncia complessa, e dunque fragile. La messa a punto del contratto di coalizione – quel documento che garantisce la governabilità del Paese su tutti i temi dell’azione di governo – esigerà molta pazienza, probabili conflitti, tanti compromessi. E la più brava a condurre questa mano – quella che in tanti hanno definito, per anni, «la più intelligente della stanza» – se n’è appena andata senza lasciare nessuno che sappia come continuare la partita.
LA STAMPA
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