Hanno un lavoro ma sono poveri. Allarme Inps: basta paghe da fame
Il punto, però, è che le stime effettuate da molteplici enti e istituzioni, compreso l’Inps, indicano uno scenario che nell’immediato può comportare più di un effetto non positivo. Tant’è vero che la versione del pacchetto Catalfo (che per prima lo ha proposto al Senato) continua a prevedere il salario minimo a 9 euro lordi l’ora: con tanto di bocciatura, due anni fa, non solo da tutte le associazioni imprenditoriali e sindacali, ma anche dal Pd e dalla Lega.
E questo in primo luogo perché l’impatto dell’operazione sarebbe notevole secondo tutte le previsioni degli analisti: si va dai 4,3 miliardi stimati dai tecnici dell’Istat ai 10 miliardi di quelli dell’Inps, passando dai 6,7 miliardi degli esperti dell’Inapp. E, del resto, non mancano le riserve dei giuslavoristi.
“Lo scopo di questa riforma – avvisa Emmanuele Massagli, presidente di Adapt – sarebbe quello di garantire ope legis ai lavoratori dipendenti italiani maggiori salari, a spese dei datori di lavoro (9,7 miliardi). Ma proprio nel Rapporto annuale dell’Inps si ammette che tra gli effetti della introduzione di un salario minimo legale può esservi quello di una diminuzione di ore lavorate, operazione obbligata per le imprese che non riuscissero a sostenere i maggiori costi. Tale potenziale riduzione potrebbe interessare circa il 28 per cento dei lavoratori italiani, occupati in aziende che si troverebbero “spiazzate” dalla novità”.
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