Cacciari, diritto alle libere idee

LUIGI MANCONI

La premessa doverosa è che, certo, Massimo Cacciari non ha alcun bisogno di essere difeso. Lo sa fare benissimo da sé (e, poi, chi sono io…?). Tuttavia, nel clima infuocato e sudaticcio di alcune polemiche politico-mediatiche quando tutto risulta forzatamente omologato a due schieramenti ferocemente contrapposti, la sola idea che il filosofo veneziano possa essere, non dico assimilato, ma anche solo accostato ai no-vax, mi fa rabbrividire. Cacciari, va da sé, non è ostile al vaccino contro il covid e solleva nei confronti del green pass contestazioni, in genere da me non condivise, ma serie. Mi trovo, di conseguenza, su posizioni lontane dalle sue proprio a proposito del lasciapassare sanitario, ma ritengo necessario entrare nel merito delle sue obiezioni. Non soltanto perché in una democrazia matura il dibattito pubblico su questione di tale rilevanza è sempre legittimo (ci mancherebbe altro), ma proprio perché alcuni contributi che sollevano dubbi e perplessità possono aiutare a rendere più razionali e intelligenti le politiche adottate contro la pandemia. E, d’altra parte, mi lasciano un po’ preoccupato le decisioni e le argomentazioni troppo sbrigative e semplicistiche, che poggiano su due assunti: a. c’è un pericolo grave per la salute collettiva (affermazione incontestabile); b. le decisioni del governo, in una situazione di emergenza vanno tutte accettate ed eseguite (affermazione contestabile). Ne consegue che, a mio parere, tempi e modalità dell’applicazione del greenpass possano e debbano essere discussi: e proprio perché ciò potrebbe consentire una più efficace attuazione del provvedimento. E una migliore tutela di quelle libertà individuali che fatalmente, ne verranno in qualche misura intaccate. Questo costituisce un rischio che non può essere escluso incondizionatamente e una volta per tutte, ma che va trattato con la massima delicatezza, in base ai criteri di proporzionalità e temporaneità che – in un regime democratico – devono definire e circoscrivere le condizioni dell’emergenza.

Mi sembra che proprio questa sia la principale preoccupazione di Cacciari e io non posso che condividerla, in quanto penso – come lui – che “oggi sia sempre più diffusa l’indifferenza verso le libertà individuali” (la Stampa del 3 settembre scorso). Lanciare l’allarme, quindi, non è superfluo: tanto più che Cacciari lo fa a partire da una netta distinzione (che altri colpevolmente trascurano) tra stato d’emergenza e stato d’eccezione (che comporterebbe “la sospensione dei principi costituzionali”), del quale ultimo, non sembra temere l’avvento.

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.