La guida Ue resterà franco-tedesca, malgrado Draghi

Affacciata com’è sul Mediterraneo, esposta ai flussi di immigrazione dal Nord Africa, l’Italia si trova ad avere esigenze che i paesi del nord Europa non hanno e che comunque non vogliono cogliere, con l’eccezione della Germania nel suo ruolo guida dell’Ue, eppure con limitazioni. Parliamo dell’accoglienza e redistribuzione dei migranti che sbarcano a Lampedusa e sulle altre coste del sud Italia. In tutti questi anni di crisi migratoria l’unico paese su cui l’Italia ha potuto contare – e non sempre – è stata la Germania, a guida Merkel. Da quando Draghi è in carica a Palazzo Chigi, la situazione non è cambiata. Eppure in Italia il chiacchiericcio politico si aspettava una rivoluzione anche sull’immigrazione. Non è successo.

Il Consiglio Europeo di giugno, dove Draghi è riuscito a ottenere che il dossier finisse all’ordine del giorno, ha sbrigato l’argomento in dieci minuti con un nulla di fatto perché il resto dei paesi membri non ne vuol sapere di accogliere migranti e sta facendo marcire nei cassetti di Palazzo Berlaymont anche il nuovo Patto sull’immigrazione proposto dalla Commissione Europea un anno fa. Per riprendere in mano il dossier e sperare in qualche progresso bisognerà aspettare non solo il nuovo governo tedesco, ma anche le presidenziali in Francia nella primavera dell’anno prossimo, argomenta il vicepresidente della Commissione Europea Margaritis Schinas.

È l’ennesima conferma che senza il motore franco-tedesco, l’Unione Europea non si muove e certe volte nemmeno quello è sufficiente, l’immigrazione è l’esempio tipico di questo immobilismo. E poi “Merkel giocherà il suo ruolo fino all’ultimo momento”, in attesa dell’incarico al nuovo cancelliere, sottolineano fonti diplomatiche a Bruxelles. “Questo è il messaggio che arriva da Berlino: l’Europa non resterà nel limbo, non c’è questa preoccupazione”.

Italia croce e delizia di Mario Draghi, si potrebbe dire. Prima di sognarlo come Superman in Europa, prima di prefigurarci l’entusiasmo di sventolare le bandiere italiane per Super-Mario che porta alto il nome del paese, sarebbe meglio capire cosa fare per recuperare il tempo perduto mentre cercavamo posti al sole nel mondo. In fondo, è un po’ come prepararsi per un esame o per un concorso. Arrangiare all’italiana può fornire brio e inventiva sempre utili, ma stavolta non basta, proprio no.

L’HUFFPOST

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