Salvini e Meloni «accerchiati». Ma il capo leghista avvisa Giorgetti: dopo le elezioni sistemo le cose
In realtà Salvini li ha notati anche in campagna elettorale. Giorgetti per esempio è stato segnalato a Torino,
dove — a detta di un autorevole esponente del Carroccio — «per due
volte in cinque giorni è andato a sostenere il candidato sindaco
Damilano in eventi organizzati dalla sua lista civica. Dimentica che è
vice segretario della Lega».
L’accusa di aver «tenuto fuori il partito» ha fatto rumoreggiare il
gruppo dirigente, più delle parole con le quali il ministro per lo
Sviluppo economico ha lanciato l’endorsement per Calenda a Roma. «Dopo
le elezioni saprò che fare. Metteremo a posto le cose», ha commentato il
segretario con i suoi, annunciando pubblicamente i congressi locali e
anticipando riservatamente una «rivoluzione» interna.
Il
patto Meloni-Salvini è la reazione ai fantasmi che tornano a danzare
nel Palazzo, l’ipotesi della «maggioranza Ursula» che uno dei maggiori
rappresentanti del Carroccio torna a citare: «Non vorrei che Matteo si
stesse preparando a una exit strategy dal governo. Lui continua a
smentirlo, ma…».
Ma ieri Letta si è insinuato nelle crepe del centrodestra di
governo, proprio mentre Salvini alzava il tiro su Draghi, che «è una
grande personalità anche se in Italia abbondano uomini validi». E
insieme alla Meloni ha puntato il mirino contro la riforma del catasto,
che è il nuovo terreno di scontro nella maggioranza.
È un tema sensibile per tutto il centrodestra. «Per noi — riconosce uno dei rappresentanti moderati della coalizione — non sarà facile sottrarci all’appello. Storicamente la difesa della casa dall’aumento delle tasse equivale alla difesa del reddito di cittadinanza da parte dei grillini».
E su questo punto Salvini e Meloni insisteranno per trascinarsi dietro gli alleati. «Se poi ci fosse anche la reintroduzione della legge Fornero per le pensioni — aggiunge un dirigente leghista — come potremmo stare ancora in maggioranza?».
Le turbolenze sono già forti, moltiplicate dall’approssimarsi della corsa al Colle e dalle voci sul premier: «Fossi in Draghi sarei irritato per come lo tirano per la giacca Letta e Giorgetti», commentava ieri Salvini. Che nella stessa dichiarazione ha additato il suo ministro, mettendolo insieme al suo rivale…
CORRIERE.IT
Pages: 1 2