Lo Stato e le crepe più larghe

Ha ragione la Corte dei conti quando osserva che tutta l’attenzione viene prestata al bilancio di previsione, mentre è il rendiconto che, insieme con il giudizio di parificazione, consente di verificare quanto si è realizzato. L’aver imposto norme di trasparenza è servito a soddisfare curiosità voyeuristiche, non a conoscere meglio e a far conoscere quel che lo Stato fa (quanti dipendenti sono entrati senza concorso, quante autorizzazioni vengono date per anno, qual è lo stato di attuazione delle leggi, per fare solo qualche esempio). La stessa Corte dei conti, invece di inseguire con controlli preventivi ogni singolo atto, dovrebbe concentrare i suoi sforzi su questa attività conoscitiva, come ha fatto di recente la sua Sezione delle autonomie: questa ha rilevato che, per evitare sanzioni, il venti per cento delle società partecipate da Stato ed enti pubblici elude obblighi imposti dal codice civile, come l’approvazione dei bilanci annuali.

Per trasmettere una visione del futuro e diventare quindi capaci di dare fiducia ai cittadini, che è il compito principale dei poteri pubblici, questi debbono impegnarsi a ricostituire le grandi reti dei servizi pubblici, a partire dalla sanità e dalla scuola, rimediando alle lacerazioni che si sono prodotte in questi anni: abbiamo visto che i rispettivi ministeri non conoscono neppure lo stato dei servizi a livello territoriale e che questi ultimi non possono contare sugli uffici centrali, quando ne hanno bisogno.

Il secondo compito al quale dedicarsi con urgenza è quello di non dover contare sempre sulla spesa pubblica per mantenere la pace sociale. Gli anni dell’abbondanza finiranno presto, e allora la pace sociale andrà ricercata con altri mezzi, rendendo più produttivi i servizi pubblici, e quindi facendo riforme per migliorarne la gestione.

Infine, il Piano di ripresa e i suoi innovativi strumenti si affiancano oggi alle fatiscenti strutture e procedure pubbliche. Bisognerà essere pronti a trasferire i primi nella gestione ordinaria, in modo che questa diventi più moderna.

CORRIERE.IT

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