Meloni furiosa per l’inchiesta di Fanpage su Fidanza: «Ma come si fa, per 30 voti? Io impazzisco»
di Paola De Caro
La leader di Fratelli d’Italia ha telefonato, furiosa, al dirigente, imponendogli il passo indietro. «Ma come si fa a frequentare certa gente per 30-40 voti in più?»
Il terremoto arriva alle nove di sera di giovedì. E quella che era stata una campagna elettorale faticosa e tesa, diventa per Giorgia Meloni «la peggiore di sempre: incattivita, feroce, sospetta».Il caso aperto dall’inchiesta di Fanpage , che ha portato all’apertura di un’inchiesta , piomba come un Tir senza freni su Fratelli d’Italia e la leader con i suoi si dice «avvilita, sconfortata: una persona dedica tutta la vita a fare politica seriamente e poi ti arriva roba così… È sconfortante: se non sei ricattabile, allora devi morire. Non la puoi salvare l’Italia così».
Ed è la rabbia a sera a prevalere, l’indignazione per quella che nel partito considerano un’inchiesta «ad orologeria»,
sparata un giorno prima del silenzio elettorale «per non farci
replicare», ancora una volta mirata a colpire il centrodestra dopo il
caso Morisi visto pure con molto sospetto, a senso unico perché «come mai non hanno fatto le loro belle inchieste sulle mascherine di Arcuri?»
protesta la leader, perché «non una bella intervista al cane di
Cirinnà?», ironizza Ignazio La Russa. Tre anni di indagine giornalistica
e poi «tirano fuori dieci minuti: e le altre 100 ore? Perché non me le
fanno vedere?», quasi grida la Meloni con i suoi. Dopo però aver agito. La fa infuriare che si sia preso sul serio «un personaggio che – assicura La Russa – a Milano tutti considerano una macchietta»,
quel «Barone nero» Jonghi Lavarini che è «un nostalgico vetero
monarchico, uno che ti fa pure ridere ma che non può essere un
interlocutore di un partito, non a caso lo abbiamo espulso da An» e,
dicono dal partito, è forse «più vicino» alla Lega. Ma la fa infuriare,
in questo che vede comunque come una sorta di complotto, anche la «leggerezza» di Carlo Fidanza.
Sa bene la leader di FdI che il danno più grosso le può arrivare da un presunto finanziamento illecito al partito ancor più che da «ridicoli teatrini di gente che non vogliamo con noi, gente che dice idiozie lontanissime dal nostro pensare e che noi teniamo alla larga», tanto più quello a sfondo antisemita «sentimenti che respingiamo con tutte le forze» perché «noi siamo amici della comunità ebraica» giura La Russa.
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