Una lingua di fuoco sul Tevere: in fiamme il “Ponte di ferro”
Una grossa parte del Ponte dell’Industria, meglio conosciuto a Roma come “Ponte di Ferro” in zona Ostiense, ha preso fuoco poco dopo le 23 di sabato. È poi crollato dopo appena un’ora, sotto gli occhi increduli di centinaia di cittadini romani richiamati in zona dall’altissima colonna di fumo visibile per chilometri. Sul posto sono intervenute sei squadre dei vigili del fuoco. Presenti anche le forze dell’ordine che hanno sigillato l’intera area circostante per facilitare il lavoro dei pompieri.
Dalle prime rilevazioni, l’incendio sarebbe partito da alcune strutture abusive sulle sponde del Tevere, e si sarebbe propagato rapidamente. Per fortuna a cedere sono state soltanto le tubature laterali del ponte, ma i vigili del fuoco tramite l’account ufficiale Twitter, hanno confermato che l’incendio ha interessato anche una conduttura di gas. Sul posto è giunto Amedeo Ciaccheri, presidente del VIII municipio, e poco dopo anche l’attuale Sindaco di Roma Virginia Raggi. Nonostante non ci siano stati feriti, almeno tre quartieri sono rimasti senza luce e gas a causa delle fiamme.
Enormi quindi i disagi, che si moltiplicheranno nei prossimi giorni, visto che il ponte rappresenta uno snodo chiave nella viabilità della Capitale. La struttura è uno dei manufatti di archeologia industriale più noti della città. Fu realizzato da una società belga nel 1862 per consentire alla linea ferroviaria che arrivava da Civitavecchia di congiungersi a quella centrale di Termini. Il ponte, costruito in Inghilterra, fu portato a Roma a pezzi e venne poi montato sul posto. Inizialmente costituito da arcate in ferro e ghisa appoggiate su piloni costituiti da tubi di ghisa riempiti di calcestruzzo, si sollevava nella parte centrale per permettere ai piroscafi di passare liberamente.
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