Svelate le casseforti dei potenti del mondo nei Pandora Papers i segreti di re, politici e vip
Gianluca Paolucci
Trentacinque capi di Stato, ministri e leader politici di vari paesi del mondo hanno nascosto i propri patrimoni tramite fiduciari e società in paradisi fiscali. È la prima puntata dei Pandora Papers, un database di circa 12 milioni di documenti sui quali ha lavorato per due anni un consorzio di oltre 600 giornalisti di varie testate mondiali – per l’Italia l’Espresso – e che si preannuncia come un terremoto ancora più ampio dei Panama Papers.
Intanto, per il coinvolgimento di capi di Stato e esponenti politici, anche europei. Come il ministro olandese dell’Economia, Wopke Hoekstra, cristiano democratico, spesso su posizioni da «falco» nei confronti dei paesi del Sud Europa e dell’Italia, che nel 2009 con altri soci è entrato in una società offshore che controlla una compagnia di safari in Africa, senza mai dichiarare il suo investimento estero. C’è il premier ceco Andrej Babis, alla guida di un governo populista di destra arrivato al potere con una campagna che prometteva di combattere corruzione e privilegi delle elite, che nel 2009 ha acquistato un proprietà da 22 milioni di euro in Costa Azzurra tramite una società delle Isole Vergini Britanniche. Anche in questo caso l’investimento non risulta dichiarato alle autorità del suo paese.
Dai documenti dei Pandora Papers emerge anche come Tony e Cherie Blair hanno risparmiato centinaia di migliaia di sterline in tasse sulla proprietà con l’acquisto di un edificio per uffici a Londra tramite una società offshore. C’è anche una milionaria russa di 46 anni, Svetlana Krivonogikh. Ex addetta alle pulizie in un albergo moscovita ed ex amante di Putin, con il quale avrebbe avuto una figlia mai riconosciuta dal presidente russo. Un mese dopo la nascita della bambina, ha comprato un lussuoso appartamento a Montecarlo. Adesso ha un patrimonio personale stimato in 100 milioni di dollari. I file rivelano anche come il Re di Giordania Abdullah, storico alleato degli Stati Uniti, abbia usato varie società fantasma per acquistare per oltre 100 milioni di dollari proprietà di lusso a Malibu, in California, a Londra e a Washington.
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