Elezioni 2021, Salvini e la caduta della Lega: «Abbiamo perso per demeriti nostri»
di Cesare Zapperi
«Nessuno usi voti per abbattere il governo» dice il leader del Carroccio. E riflette sull’astensione: «Siamo arrivati tardi nella scelta dei candidati»
Sono parole di autocritica quelle pronunciate da Matteo Salvini mentre le tv aggiornano le proiezioni di voto delle singole città. Trovare motivi di conforto nei risultati delle urne per la Lega è come intravedere un raggio di sole che buca la pioggia battente che per tutto il pomeriggio e fino a sera si abbatte su via Bellerio, storica sede fin dai tempi del Senatùr Bossi. Ma Matteo Salvini ci prova ugualmente. E di fronte ai quasi trenta punti di distacco rimediati da Luca Bernardo a Milano, la città del segretario che ha spinto perché si puntasse sul pediatra, e agli altrettanti incassati da Fabio Battistini a Bologna (altro candidato voluto dal leader), si dice soddisfatto perché da questo turno amministrativo il Carroccio esce con una cinquantina di sindaci in più (e 500 consiglieri comunali) e va al ballottaggio a Latina e Varese. «E in tanti Comuni della provincia — sottolinea — da Codogno a Melfi, da Nardò a Villorba, si è vinto al primo turno».
Ma per quanto possa risultare ardito mettere sullo stesso piano metropoli e piccole comunità, Salvini non può sottrarsi da una autocritica per quel che hanno detto le urne di Milano, Bologna, Napoli, dove il centrosinistra ha vinto fin dal primo turno, e di Roma e Torino, dove il ballottaggio si presenta in salita. «Abbiamo lasciato troppo poco tempo per presentare e far conoscere i candidati» è l’analisi. Tutta una questione di tempi, non di contenuti perché il segretario difende le scelte fatte sugli uomini: «Abbiamo scelto i migliori candidati possibili, da me non arriverà mai una parola negativa nei confronti di Bernardo, né di Michetti, né di Damilano, né di Battistini», assicura. «L’insegnamento tratto è scegliere presto e insieme. Nessuna scusa, dove si è perso, si è perso per demeriti nostri». Qualcosa da dire c’è anche sulla partecipazione al voto: «Il 50 per cento di affluenza è una sconfitta per tutti. I cittadini ci dicono che dobbiamo pensare ai problemi reali e perderci meno in beghe politiche. Faccio fioretto di non rispondere più agli attacchi dei nostri avversari».
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