Roma 2021, il centrodestra fa festa solo nella Capitale: il ballottaggio è in salita ma si può vincere

La linea alternativa governista nella Lega – quella di Giancarlo Giorgetti – ha subito analoga batosta: rispetto alle attese della vigilia probabilmente il risultato più deludente al primo turno è stato quello di Paolo Damilano a Torino, candidato impalmato proprio dal ministro dello Sviluppo Economico. Da anni la forza elettorale del centrodestra sempre stata quella di essere anti-sistema, in Italia come di fronte all’Europa, sia pure con accenti diversi. La Lega di sistema ha avuto risultati importanti al Nord, ma in Italia o ha faticato a raggiungere il quorum del 4% per arrivare in Parlamento o nei suoi momenti migliori non è riuscita ad andare oltre 18%. Quella fatta crescere da Salvini prima sopra il 17% (elezioni 2018) e poi oltre il 30% (europee 2019) ha cavalcato ogni tema anti-sistema. È evidente che quell’elettorato non comprende la scelta di entrare nel governo Draghi. Probabilmente è stata suggerita da un ritornello che spesso gira nei palazzi del potere e che ha avuto presa su Salvini: «guarda che se anche voi vincete e stravincete, non vi faranno mai governare perché siete troppo anti-sistema».

Il rischio è vero, e vale per Salvini come per la Meloni. Ora però è ben visibile l’altra faccia della medaglia: facendo quello che è stato suggerito al governo il centrodestra non arriva di sicuro, perché mancano i voti. Tocca ai leader capire quale scelta più dannosa.

IL TEMPO

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