Se il supereroe si dichiara bisessuale
Assia Neumann Dayan
Su Jon Kent, figlio di Clark Kent/Superman e Lois Lane, si sono accese le luci della ribalta durante il coming out day, l’11 ottobre. La notizia, che sicuramente sua madre avrebbe fatto uscire in edizione straordinaria sul giornale di Metropolis, è che Jon è bisessuale. Ma è davvero una notizia? Siamo nel 2021, viviamo chiedendoci se la vera inclusività stia nell’iper-frammentazione della realtà in identità, abbiamo spaccato l’atomo, ma con risultati dubbi. Lo confesso, non ho dimestichezza con i generi, le identità, le etichette, le sigle. Ho sempre paura di sbagliare, come in questo preciso istante, ma credo anche che la mia sia una difficoltà che hanno in molti, sono abbastanza sicura che il mio pensiero non turberà il sonno di nessuno. Faccio fatica a capire il mondo, ma quello che penso è che sarà un sollievo quando non avremo più bisogno di mettere tutto in un diagramma di Venn.
I personaggi dei fumetti, e confesso che non ho dimestichezza nemmeno con loro, li ho sempre considerati completamente asessuati. Devono ammazzare i cattivi, combattere il crimine, salvare i bambini sullo scuolabus, deviare meteoriti, con chi vanno a letto mi sembra la minore di tutte queste fatiche. Questo pensiero mi porta spesso al cinema di Sergio Leone, a quante poche, pochissime donne siano rilevanti nei suoi film. Così come il sesso. “Il buono, il brutto, il cattivo” probabilmente a qualcuno oggi sembra meno capolavoro perché ci sono solo uomini con una sola espressione, un cappello e una pistola. La nostra sensibilità cambia, il mondo cambia, ma i capolavori rimangono tali anche se raccontano un mondo poco giusto; o perlomeno, un mondo che a noi non piace. L’arte non dovrebbe rispondere a criteri educativi o divulgativi, dovrebbe solo rispondere a se stessa. Tornando ai fumetti, ammettiamolo, tutti abbiamo pensato che Batman e Robin fossero più che amici. È altrettanto vero che dubito che qualcuno si possa essere sentito turbato da questo pensiero. Che l’amore di Jon Kent sia un giornalista, Jay Nakamura, mi sembra la vera notizia. La replica di un copione familiare che si tramanda di generazione in generazione -in questo caso la storia d’amore tra supereroe e giornalista – è sempre rischiosa.
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