Affondo di Meloni in Aula, su scontri di piazza è scontro con Lamorgese
Si presentano uniti per reagire a quello che considerano un «gravissimo» attacco politico. E ci sono tutti i leader del centrodestra — Meloni, Salvini, Tajani, Cesa, Lupi e Sgarbi, al tempio di Adriano a Roma —, a dare il loro sostegno al candidato sindaco Michetti a dire che il fascismo non alberga nella loro coalizione e a contrattaccare.
Sono soprattutto Salvini e Meloni a battersi, l’uno sentendosi vittima di una campagna d’odio passata per il caso Morisi, l’altra convinta che contro il suo partito sia in atto una nuova «strategia della tensione». Così la leader di FdI, dopo la conferenza stampa per Michetti, si presenta alla Camera per il Question Time e attacca direttamente la ministra dell’Interno Lamorgese per la gestione della piazza romana. Salvini invece, «preoccupato» per la piega che sta prendendo lo scontro politico e nel Paese, incontra il premier Draghi e gli chiede di fermare la «delegittimazione del centrodestra» facendosi parte attiva di una «pacificazione» nazionale: «Bisogna smetterla di dividere l’Italia tra buoni e cattivi. A Draghi ho chiesto di darmi una mano a svelenire il clima, il momento è delicato».
Ma non sarà facile. Al Question Time, interpellata da Meloni, Lamorgese (in attesa di una relazione completa che illustrerà martedì), spiega che il leader romano di Forza Nuova Giuliano Castellino, sottoposto a Daspo, pur avendo a piazza del Popolo incitato la folla dal palco ad assaltare la sede della Cgil non è stato fermato prima di agire perché «c’era l’evidente rischio di una reazione violenta dei suoi sodali con degenerazione dell’ordine pubblico». Solo dopo l’assalto è stato arrestato «in flagranza differita». Lo scioglimento di FN comunque «è all’attenzione del governo la cui azione collegiale potrà indirizzarsi» anche sulla base di quanto deciderà «la magistratura» e di quali saranno «le indicazioni del Parlamento» che dovrà votare la mozione presentata dal Pd.
Pages: 1 2