La pacificazione impossibile
Marcello Sorgi
Alla vigilia dell’entrata in vigore del Green Pass obbligatorio sui luoghi di lavoro c’è un clima di forte tensione che non promette nulla di buono. Esistono due problemi, la resistenza dei No-vax, maggiore delle previsioni, e il “caso Lamorgese”, riaperto ieri alla Camera da Meloni, ma a cui non è estraneo Salvini, ieri a Palazzo Chigi di nuovo a colloquio con Draghi.
Sul fronte dei No-vax, mentre si fa strada, in molte aziende, la possibilità di ricorrere a tamponi gratuiti per i non vaccinati, si aggrava il problema dei porti. A quelle di Trieste, si sono aggiunte le proteste dei portuali di Genova e Gioia Tauro, che minacciano di bloccare le operazioni di carico e scarico delle merci. A ciò bisogna aggiungere le migliaia di poliziotti e carabinieri assenti per malattie spesso connesse a mancate vaccinazioni, proprio nel momento in cui le esigenze di ordine pubblico potrebbero farsi più complesse, con una maggior richiesta di personale. Malgrado i venti giorni trascorsi tra il primo annuncio del governo e la scadenza del 15 ottobre, il numero dei resistenti al vaccino si sta rivelando più alto del previsto: medie oscillanti tra il 10 e il 15 per cento dei lavoratori, che in alcune aree superano il 20. Con queste percentuali, potrebbe diventare difficile assicurare i normali processi produttivi o le forniture alimentari. Anche perché una parte del problema riguarda i trasporti, affidati in larga parte ad autisti stranieri di camion, i quali, o sono non vaccinati, oppure sono stati immunizzati con sieri non riconosciuti per ottenere il Green Pass. Lo stesso vale per la manodopera agricola che assicura la raccolta nei campi. Un rallentamento, o addirittura un blocco delle consegne, avrebbe conseguenze immediate sull’economia del Paese, oltre che sulla vita di tutti i giorni.
Il secondo aspetto allarmante della situazione riguarda l’ordine pubblico e il nuovo caso politico che sta montando attorno alla ministra dell’Interno. Non più tardi del 21 settembre, la Lamorgese aveva avvertito del rischio di una saldatura tra No-vax ed estremismo politico. È esattamente quel che è accaduto sabato scorso a Roma con l’assalto alla Cgil.
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