L’autunno di Lamorgese, il ministro della paura che non ferma i violenti

Ma un ministro dell’Interno non può nemmeno scaricare sui dirigenti della Digos la responsabilità della presunta trattativa che ha permesso al corteo di muovere da Piazza del Popolo e raggiungere la sede della Cgil. Anche perché la scelta di quei dirigenti, soprattutto se alla guida di un reparto come la Digos, cruciale per la prevenzione di eventuali disordini, è in capo al Ministro e alla sua cerchia di collaboratori più affidati. Ma il ministro non sembra essersi preoccupato neppure di valutare il piano di sicurezza. Un piano indispensabile per riuscire a controllare e arginare una manifestazione con oltre diecimila persone in piazza finite sotto la regia di un gruppo estremista. Se lo avesse fatto, consegnandone la supervisione a personale competente di sua fiducia, avrebbe compreso che mancava la cornice di sicurezza indispensabile per bloccare e arginare il percorso di eventuali cortei improvvisati e difendere sia la Cgil, sia i palazzi pubblici circostanti. Invece con le sue inadempienze la responsabile del Viminale ha lacerato il Paese e consegnato la capitale e la nazione alla paura. Facendo l’opposto di quanto richiesto a un ministro dell’Interno degno di questo nome.

IL GIORNALE

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