Nel Governo riparte il rubabandiera. Primo round, Reddito di cittadinanza
Non che Mario Draghi sia tipo da dimostrazioni trionfalistiche, tantomeno della prima ora, e questo lo spiega bene la decisione di non presentarsi in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri per benedire l’avvio senza turbolenze dell’obbligo del green pass nei luoghi di lavoro. Ma forse il premier neppure si aspettava che proprio in una giornata fortunata, anzi di più visti gli allarmi e le paure della vigilia, i suoi ministri si ritrovassero ad avviare un rubabandiera. Insomma neppure il tempo di incassare, seppure senza sfarzi, uno dei passaggi più delicati, che i partiti di maggioranza hanno ripreso a inseguire una logica da bandierine. Anche i primi mesi del Governo non sono stati risparmiati da questa gazzarra, ma la discussione in Cdm sul reddito di cittadinanza inaugura un’intensificazione, in negativo, di questa dinamica perché ora è arrivato il momento delle scelte sulle questioni che dividono di più la maggioranza.
È arrivato perché la settimana prossima sul tavolo del Consiglio dei ministri prenderà forma la legge di bilancio, il provvedimento che fissa le spese per il prossimo anno. Quella per il reddito di cittadinanza è già nei cosiddetti tendenziali, è cioè una spesa acquisita, ma bastano 200 milioni che servono per coprire i costi di quest’anno a far scoppiare la discussione tra i ministri. Quando si arriva alla norma del decreto fiscale che prevede proprio il rifinanziamento del reddito per gli ultimi due mesi e mezzo di quest’anno è Giancarlo Giorgetti a sollevare la questione. Il ministro leghista va giù dritto: ”È beffardo usare i soldi di chi ha lavorato duramente per una misura simile”. Di chi ha lavorato perché i 200 milioni per il reddito sono sottratti al reddito di emergenza per 90 milioni, ma anche all’accesso anticipato al pensionamento per lavori faticosi e pesanti per altri 30 milioni, ancora all’accesso al pensionamento dei lavoratori precoci, altri 40 milioni, mentre 30 milioni dal capitolo di spesa arrivano dal fondo per i congedi parentali.
I 5 stelle, con in prima linea il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, contestano la ricostruzione di Giorgetti. Sono fonti del Movimento, al termine del Cdm, a dire che “come ha spiegato il ministro Franco, i fondi per alcune misure utilizzati per rifinanziare per 200 milioni il reddito di cittadinanza “erano stati sovrastimati e dunque lo spostamento non incide in alcun modo sul loro funzionamento”. Aggiungendo, con un taglio di piccata ironia, che “siamo disposti a spiegarlo alla Lega con un disegno”. Già lo strumento scelto – lo spin – spiega il clima scivoloso che si è generato durante la riunione a palazzo Chigi.
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