Il voto a Torino e Roma dà il via alla partita del Colle
Girata la boa dei ballottaggi, i partiti affineranno la propria linea e l’ascesa verso il Mortirolo potrà dunque cominciare. Due squadre – dicevamo – sono già definite: quella del “congelamento” e quella delle “elezioni a ogni costo”. Una terza è probabile, anche se resta sottotraccia. Giorgia Meloni e Matteo Salvini sembrano già pronti a eleggere perfino Draghi Presidente, pur di ottenere il voto in primavera. I Cinque stelle e soprattutto il Pd, invece, puntano sulla conferma degli assetti attuali almeno fino alla primavera 2023. Ma non tutto è nelle loro mani. Conterà la volontà dei due Presidenti. E quella di Mattarella non pare esserci…
Del resto, nelle prime e un po’ scalcagnate motivazioni a sostegno dell’ipotesi di “congelamento”, sono stati commessi evidenti errori di bon ton politico, diciamo così. Il prolungamento nel loro incarico dei Presidenti – un prolungamento dichiaratamente “a tempo” per il Capo dello Stato – è stato infatti sollecitato in ragione della “garanzia” che Draghi fornirebbe all’Europa circa l’utilizzo dei fondi del Recovery ed il proseguimento su una linea filo-europeista. Ragioni valide, niente da dire. Ma Mattarella? Lì solo a tenere il posto in caldo fino ad inizio 2023? E non è egli stesso, da sempre, una garanzia per i nostri partner europei?
E così, lungo la via che porta all’elezione del nuovo presidente, la narrazione di chi vuole il “congelamento” finirà per cambiare: almeno per quel che riguarda il Pd. Mai più il nome di Draghi da solo, ma sempre accoppiato a quello del Capo dello Stato: la garanzia che il Paese offre all’Europa – infatti – sono due leader, non uno. A mai più riferimenti, naturalmente, a scadenze temporali per un eventuale secondo mandato. Basterà? Difficile dirlo. Si proverà. Con la consapevolezza, in fondo, che la miglior arma nelle mani di chi combatterà questa battaglia è l’intrinseca debolezza – per ora -dell’alternativa: eleggere, cioè, un nuovo Presidente. E non in un momento qualsiasi, ma in questo: con coalizioni divise, partiti spaccati e un Parlamento così frammentato da apparire, ormai, difficilmente governabile.
LA STAMPA
Pages: 1 2