Reddito di cittadinanza, per garantirlo nel 2022 servono altri 800 milioni

di Valentina Conte

ROMA – Prima di riformare il Reddito di cittadinanza occorre rifinanziarlo. E qui non si parla dei 200 milioni inseriti nel decreto fisco-lavoro approvato venerdì che tanto hanno suscitato le ire di Lega, Forza Italia e Italia Viva, oltre a Fratelli d’Italia che considera il Reddito un “metadone di Stato”. Quei 200 milioni servono ad arrivare fino al 31 dicembre. Per il prossimo anno ne occorrono almeno quattro volte tanto, se non si vuole tagliare l’assegno mensile di 546 euro medi a 1 milione e 400 mila famiglie che lo prendono.

Ci penserà dunque la prossima legge di bilancio a tappare il buco. E poi certo, quando a fine mese la commissione Saraceno consegnerà al ministro del lavoro Orlando le conclusioni della sua indagine, il Reddito sarà passato al setaccio, corretto, migliorato, potenziato perché risponda davvero alla sua missione di contrasto alla povertà e anche di ponte verso il lavoro. Le due anime, tanto contestate, sembrano destinate a convivere ma su percorsi ben distinti e rafforzati.

Perché altre risorse al Reddito? La risposta è nei numeri, letteralmente esplosi in pandemia, in parallelo a quel milione di poveri assoluti in più calcolati da Istat come eredità Covid per un totale di 5,6 milioni di italiani in forte disagio economico, pari a 2 milioni di famiglie. La misura oggi costa il 67% in più di quando è nata nel 2019. Nel 2020 è avanzata del 37% e di un altro 21% quest’anno. Tre anni fa lo Stato spendeva 433 milioni al mese. L’anno scorso 595 milioni. Quest’anno siamo a 722 milioni. Siamo passati da poco più di un milione di famiglie beneficiarie di almeno una mensilità di Reddito nel 2019, a 1 milione e 576 mila nel 2020 e a 1 milione e 674 mila nel 2021.

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