Reddito di cittadinanza, per garantirlo nel 2022 servono altri 800 milioni

I dati Inps dei primi otto mesi del 2021 sono già superiori a quelli di tutto il 2020. Ecco perché in tre interventi successivi le risorse sono lievitate già quest’anno di 1,4 miliardi dai 7,2 miliardi di costo base: i primi 196 milioni li aveva messi il governo Conte II prima di cadere, il governo Draghi ha aggiunto 1 miliardo a marzo nel decreto Sostegni I e poi altri 200 milioni nel decreto lavoro-fisco di venerdì. Il governo Conte II, nell’ultima legge di bilancio, aveva stanziato ben 4 miliardi, ma spalmati in 9 anni fino al 2029. Per il 2022 ci sono già 474 milioni.

Di fronte ai numeri di una povertà crescente, il premier Draghi non può che difendere lo strumento perché “ispirato a valori costituzionali, come l’eguaglianza e la solidarietà politica, economica e sociale”. Nello stesso tempo ne segnala “alcuni limiti, soprattutto per quanto riguarda le politiche attive del lavoro”. È qui che si interverrà, costruendo un raccordo forte con il piano Gol – Garanzia di occupabilità dei lavoratori – finanziato con 4,4 miliardi del Recovery Plan e che la Conferenza Stato-Regioni approverà il prossimo 21 ottobre in via definitiva, con il primo riparto da 880 milioni.

Andrà però tenuto in conto che “due terzi dei percettori di Reddito non sono occupabili”, come si legge nel Rapporto annuale dell’Inps. Su 3 milioni di persone beneficiate, 153 mila sono pensionati, 1 milione e 350 mila minori, 450 mila disabili. Il 72% ha al massimo la licenza media, rileva la Caritas. Il 56% presenta tre o più forme di vulnerabilità.

I punti deboli del Reddito non si limitano però alle politiche attive. Anche nel sostegno alla povertà – come segnalano tutte le associazioni del Terzo Settore – il supporto economico si è rivelato sbilanciato a favore dei single e del Sud dove il costo della vita è più basso. Sfavorendo famiglie numerose e Nord, non scevro da sacche importanti di povertà. Gli stranieri sono penalizzati da un requisito troppo stringente di residenza in Italia (10 anni). E spesso qualche risparmio in più sul conto corrente impedisce di fare domanda. Il coordinamento tra Centri per l’impiego e servizi sociali dei Comuni ha poi fatto acqua. I Puc – Progetti utili alla collettività – non sono mai decollati, pur rappresentando un’occasione per impegnare le persone in servizi alla città.

REP.IT

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