Lotta al Covid, i pericoli dell’ultimo miglio

di Maurizio Molinari

Grazie all’introduzione dell’obbligo di Green Pass l’Italia vede il traguardo del 90 per cento di vaccinati che significa immunità di gregge e ciò rende possibile immaginare per fine anno l’uscita dallo stato di emergenza nazionale innescato dalla pandemia Covid 19. Essere arrivati all’ultimo miglio della sfida al virus venuto da Wuhan – che ci ha causato 4,7 milioni di casi e oltre 131 mila vittime – impone la necessità di riflettere su che cosa ha funzionato e su quanto potrebbe ancora andare storto.


A funzionare è stato in primo luogo il senso di responsabilità dei cittadini – più volte sottolineato in questi lunghi mesi dal capo dello Stato, Sergio Mattarella – che davanti all’attacco a sorpresa nel febbraio 2020 accettarono la limitazione delle proprie libertà per la sicurezza collettiva e che, in una miriade di situazioni singole e straordinarie, si sono battuti contro la pandemia nelle corsie d’ospedale, nei laboratori scientifici, svolgendo mansioni pubbliche e non.


È stata l’Italia come collettività di cittadini che, durante il governo Conte II, ha fatto quadrato dimostrando di sapersi difendere da un nemico feroce, invisibile e sconosciuto. È su questa capacità di resilienza che il governo Draghi ha costruito la seconda fase della lotta al virus, quella del contrattacco basato sull’unica arma efficace disponibile: i vaccini.

Se la campagna vaccinale, coordinata dal generale Francesco Paolo Figliuolo, è riuscita a trovare le dosi in quantità sufficiente e distribuirle alle Regioni – a dispetto di molteplici ostacoli – raggiungendo la maggioranza dei cittadini, è stata la scelta del Green Pass da parte del governo Draghi a consentire l’accelerazione numerica che ha permesso di superare la barriera dell’80 per cento di vaccinati ad una velocità tale da far adesso ipotizzare di raggiungere il 90 per cento a inizio novembre.


Il pubblico apprezzamento di Bruxelles e Washington per tale strategia anti-virus premia la decisione di Roma di aver scelto di non fare concessioni ai No Vax, puntando solo ed esclusivamente a raggiungere l’immunità di gregge ovvero la fine della pandemia. Creando un precedente di coincidenza fra interesse nazionale e salute pubblica destinato a diventare parametro di riferimento per le democrazie industriali obbligate ad affrontare le sfide del nuovo secolo – salute, cyber, clima e terrorismo – senza rinunciare al rispetto dei principi dello Stato di Diritto.

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