Come gestire una vittoria

Qualche piccola avvertenza per l’uso di una vittoria che ha superato ogni ottimistica previsione servirà, tuttavia, anche al Pd, i cui sindaci neo-eletti ieri non stavano nella pelle vedendo i risultati. Come ha notato la Meloni, lesta a cogliere i problemi anche nel campo dei vincitori, il centrosinistra, oltre a battere il centrodestra, ha schiacciato i suoi alleati grillini. Mettiamoci nei panni di Conte, che oggi più di ieri dovrà governare i suoi nervosi amici del Movimento. Dove s’è alleato con Letta, vincendo le resistenze interne pentastellate, ha fatto eleggere un sindaco Pd. Dove non c’è riuscito, come a Roma e a Torino, il sindaco Pd è stato eletto lo stesso e i 5 stelle passeranno senza fermate intermedie dall’amministrazione all’opposizione. La ragionevolezza dell’inascoltata fautrice dell’alleanza, nonché avversaria storica dell’ex-sindaca Raggi, la Taverna, suonerà come una maledizione. Chiedersi se un risultato del genere aiuti il governo o gli complichi la vita, è prematuro. La politica italiana, si sa, è piena di sorprese. Draghi andrà avanti a prescindere, è chissà che non riesca a convincere Salvini ad essere più ragionevole. Quanto al Quirinale, homo homini lupus: c’è il rischio che qualcuno si metta in testa di prendersi la rivincita. Su chi e perché, non si sa.

LA STAMPA

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