Cacciari: “Draghi saluti il Colle, Cartabia è la sola scelta”
Andrea Malaguti
In sintesi. Salvini? «Esce dal voto distrutto». Meloni? «Sconfitta e fuori dalla corsa per governare». Conte? «Capace di sopravvivere solo se si allinea al Pd». Letta? «Vittorioso, ma le politiche saranno un’altra storia». Draghi? «Saluti pure il Quirinale». E l’astensionismo? «Un dramma sociale e culturale». Benvenuti sull’ottovolante Massimo Cacciari, uno dei rari osservatori del luna park Italia da cui è possibile fotografare la politica nostrana con una precisione che rasenta la brutalità. L’ultimo scatto – feroce – è di ieri sera.
Professore, che cosa è successo nelle urne?
«Niente che non ci aspettassimo». Il cappotto del Pd era prevedibile?
«Con l’eccezione di Trieste?».
Con l’eccezione di Trieste.
«Se l’aspettavano un po’ tutti. Certo, non si può negare che sia stata una vittoria notevole».
Ma?
«Ma
se dovessi ragionare, cosa che ormai sta diventando ardua, direi che è
il caso di stare molto attenti a ogni forma di trionfalismo. Non solo
perché il voto amministrativo è strutturalmente diverso da quello
politico, ma anche perché i dati emersi ieri sono drammatici.
Socialmente e culturalmente».
L’astensionismo dilaga.
«Siamo
precipitati sotto il 50% di affluenza, vuole dire che un referendum non
sarebbe risultato valido, non so se mi spiego. E questa astensione dal
voto arriva essenzialmente dalle periferie, dai luoghi di disagio e da
quelli più difficili. A Roma e a Torino chi protestava cinque anni fa,
ieri ha scelto di stare a casa».
La democrazia è in coma?
«No, ma è messa piuttosto male. Da qualche decennio, direi. Una situazione alla quale nessuno intende mettere mano».
È possibile?
«Sì.
Con un sistema di rappresentanza che dia voce a quel 60% dei nostri
concittadini che sentono di non contare nulla mentre chiedono servizi
sociali, reddito e occupazione. Se il rappresentante non ti rappresenta
allora è evidentemente inutile. Solo che da trent’anni i rappresentanti
vengono fuori per partenogenesi del ceto politico. Oppure sono
Cincinnati o commissari».
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