Le due verità del Viminale sulla manifestazione di Roma
GIUSEPPE SALVAGGIULO
Sono tre i dubbi che restano dopo l’informativa della ministra Lamorgese.
Primo punto critico: «adeguatezza del dispositivo di ordine pubblico». Tutto dipende dal rapporto agenti/manifestanti. Gli organizzatori della manifestazione avevano stimato 1000 partecipanti. Stima palesemente non credibile, per diverse ragioni. Il 28 agosto, dopo l’ennesima manifestazione, è il sindacato di polizia Italia Celere a paventare il rischio di «situazioni pesanti da gestire con scontri duri se i soliti noti riusciranno a coinvolgere 4-5mila persone» anziché «poche centinaia che si possono disperdere in un minuto». Il 10 settembre la stessa ministra dichiara: «I toni salgono. Rischio di lupi solitari ed estremismi».
Il 16 settembre il governo approva il decreto green pass, due giorni dopo viene convocata la manifestazione «contro l’infame tessera verde» per il 25 settembre in sessanta piazza da Bassano del Grappa a Francavilla al Mare. Benché organizzata in una sola settimana, diventa una riuscita prova generale. A Roma, dove esordisce il vicequestore no vax Nunzia Schilirò, sono almeno 3mila. Alcuni durante il deflusso bloccano il traffico sull’Appia, dieci vengono identificati e denunciati. A Milano 2mila provano a forzare il blocco di blindati in piazza Duomo. A Trieste sono 7mila. Quei numeri si sommano il 9 ottobre in piazza del Popolo, dove sono, dice Lamorgese, «10-12mila». Eppure nonostante due settimane di preparazione, tam tam sul web, concentrazione a Roma di tutte le piazze per una «manifestazione generale, nazionale e unitaria», secondo la ministra il numero di partecipanti è «inaspettato». Il Viminale, «coerentemente all’assenza di elementi informativi su un indice di partecipazione così anomalo», tara su una stima di 3-4mila partecipanti un dispositivo di sicurezza di 840 unità, «da ritenersi pienamente adeguato e proporzionato».
Il secondo punto critico riguarda Forza Nuova. Da un anno protagonista delle manifestazioni no vax. Dice la ministra, citando la Corte europea, che si poteva impedire che il leader romano Giuliano Castellino, «ben noto per i trascorsi delinquenziali», prendesse il comando della piazza. Eppure la sua pericolosità era stata rilevata dalla questura a più riprese. Ottobre 2020: viola ripetutamente le misure anti Covid in piazzale Ostiense e piazza del Popolo. Gennaio 2021: sottoposto a sorveglianza speciale e obbligo di dimora. Luglio: fermato e processato per aver violato quell’obbligo, che viene ribadito con «prescrizione di non partecipare alle manifestazioni pubbliche senza autorizzazione delle autorità di pubblica sicurezza». Eppure il 24 luglio, il 14 e 28 agosto partecipa «in alcuni casi come promotore» alle manifestazioni anti green pass, «incitando ad assumere un atteggiamento di ribellione» contro le istituzioni e fronteggiando lo sbarramento di poliziotti in assetto anti sommossa «con l’obiettivo di sfondarlo e raggiungere le sedi di parlamento e governo». Denunciato a fine agosto, perquisito il 6 settembre: in casa fumogeni, passamontagna, bastoni. Il 14 settembre nuovo Daspo (il terzo dal 2017) con durata massima di cinque anni per violenze nelle manifestazioni anti Covid.
Pages: 1 2