Le due verità del Viminale sulla manifestazione di Roma

Dunque gli viene impedito di andare allo stadio (in realtà ci va lo stesso a tifare Roma al derby), ma continua a promuovere manifestazioni politiche. Il 25 settembre in piazza San Giovanni, con altri 30 di Forza Nuova. Il 29 settembre lancia l’appello «Tutti a Roma il 9 ottobre oltre gli steccati contro la tirannia tecno-sanitaria». Quel giorno alle 14,30 comunica alla questura la partecipazione alla manifestazione (con altri 200 di Forza Nuova), non ricevendo alcun divieto.

Il terzo punto critico riguarda la trattativa Stato-Forza Nuova. La manifestazione era autorizzata come sit-in. La ministra nega un assenso del Viminale alla «esplicita richiesta», avanzata alle 16,15 anche per conto di Fiore e Castellino da Luigi Aronica, «er pantera di Monteverde» ex Nar ora in Forza Nuova, di effettuare un corteo fino alla sede della Cgil per «scandire slogan di protesta». Secondo Lamorgese alle 16,30, quando Castellino annuncia l’assalto alla Cgil dal palco, «la richiesta era in corso di valutazione» da parte dei funzionari di polizia «che frattanto avevano invitato i manifestanti ad attendere». E un quarto d’ora dopo, quando parte «il corteo non autorizzato di 3mila persone», la riserva non è stata sciolta, perché la polizia stava ragionando su «eventuali percorsi e siti alternativi».

Una diversa versione dei fatti è però contenuta nel fascicolo giudiziario. La versione dell’assenso della polizia al corteo, sostenuta dagli arrestati (in ogni caso per il giudice non sufficiente a ridurne le responsabilità), trova un riscontro in un’annotazione di servizio della Digos secondo cui «attesa l’insistente richiesta dei numerosissimi manifestanti di effettuare un corteo (…) è stato loro permesso di effettuare un percorso dinamico verso i locali della Cgil».

Carlo Taormina, avvocato di Fiore e Castellino, cita anche una «dettagliata relazione finale» della Digos con fasi, tempistiche («20 minuti») e catena gerarchica coinvolta nella trattativa. Paolo Colosimo, avvocato di Aronica, parla di «assenso implicito». Questa versione, con la polizia che ferma il traffico in piazzale Flaminio per far passare il corteo, è opposta a quella della ministra, che parla di «accelerazione della situazione in pochissimi minuti» e «avanzata impetuosa quanto disordinata» dei manifestanti. Divergenza anche sul ruolo di Castellino: per la ministra raggiunge la testa del corteo e interloquisce con la polizia solo in prossimità di piazzale del Brasile, al limite di villa Borghese, dove la polizia viene travolta. Nell’annotazione della Digos, è citato già in piazza del Popolo come interlocutore, quando motiva la richiesta del corteo «al fine di ottenere un incontro con un rappresentante della Cgil».

E qui si pone un’ultima domanda: qualcuno aveva chiesto alla Cgil la disponibilità a incontrare Forza Nuova?

LA STAMPA

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