Csm, slitta il vertice. Cartabia alla maggioranza: “Riforma urgente, il Quirinale la sta sollecitando”
Ma sarà la politica a decidere il destino del Csm e delle toghe. Perché, come dice la Guardasigilli, “le leggi vengono decise in ambito politico e lì devono trovare una sintesi”. Sarà una partita non facile. Come dimostra la battaglia sul decreto legislativo sulla presunzione d’innocenza chiuso ieri tra Camera e Senato. Anche questo il segnale di una stretta per la magistratura, ma anche per la stampa. E, a seguire, un question time alla Camera che non può passare inosservato. A interrogare la ministra era Enrico Costa, noto fustigatore delle toghe, stavolta con un quesito a trabocchetto. Chiedeva alla ministra quale sia stato l’andamento delle valutazioni di professionalità del Csm sui magistrati per capire fino a che punto sia stato buonista palazzo dei Marescialli. E Cartabia ha portato a Montecitorio dei numeri. Eccoli: “Dal 2017 all’ottobre del 2021, le valutazioni negative sono state in totale 35 (lo 0,5%), quelle non positive sono state in totale 24 (lo 0,3%) e quelle positive sono state in totale 7.394, pari al 99,2 per cento”. Troppo facile per Costa, davanti a questi dati, replicare: “Sulla verifica professionale di un magistrato serve un valutazione seria e non solo formale, perché se un pubblico ministero arresta cento persone e quasi tutte vengono assolte, e se un giudice in 4 anni vede annullate tutte le sue sentenze, questo deve avere un rilievo sulla sua carriera”. Un antipasto della battaglia che comincia oggi in via Arenula. La Guardasigilli si candida ad essere costituzionalmente un arbitro imparziale, ma i nemici dei giudici sono molto agguerriti. E ci si confronterà anche su fino a che punto si potrà intervenire sul Csm a Costituzione invariata, ben sapendo che nel mondo dei costituzionalisti il dibattito è aperto come dimostrano le posizioni di Massimo Luciani e di Giovanni Maria Flick. Che certo sono contrapposte.
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