Energia, Polonia e frontiere: Draghi sfida i sovranisti

Anche il dossier energia conferma l’impostazione ultrarealista di Draghi. Molti Paesi sono contrari all’ipotesi di approvvigionamenti comuni di gas. La prima della lista è la Germania: il rapporto stretto con la Russia di Putin glielo consente. E così il premier italiano punta su obiettivi meno controversi, come l’autonomia degli stoccaggi: «Occorre un inventario delle riserve disponibili per proteggere in eguale misura tutti i Paesi europei». Per l’Italia, da sempre dipendente dalle forniture di gas, sarebbe già un grosso risultato. Ma Draghi – in ossequio all’asse con il più grande produttore del Continente – fa di più: apre uno spiraglio al nucleare cosiddetto «pulito». Lo fa con tutta la cautela necessaria su un argomento a dir poco divisivo: «Durante la riunione c’è stata una discussione anche su questo. Alcuni Paesi vogliono che il nucleare rientri fra le fonti di energia non inquinanti. La Commissione presenterà un atto in dicembre. Ci sono posizioni molto diverse e vediamo cosa dirà». Draghi non dice una parola di più, ma fa capire che l’Italia è fra i partner aperti a discuterne. —

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