Il sondaggio: Pd al 20,7%, è il primo partito. La Lega sorpassata di misura. Più astenuti e indecisi: 40,9%
Distanza tra cittadini e politica
L’elemento più significativo che emerge dal sondaggio odierno è la distanza tra cittadini e politica, testimoniata dell’aumento dell’astensione e dal prevalente atteggiamento di indifferenza rispetto alle vicende recenti e ai riflessi sullo scenario nazionale. Solitamente nelle settimane che seguono una tornata elettorale si manifesta il cosiddetto bandwagon, che consiste nel saltare sul carro dei vincitori. Basti pensare che dopo le comunali del 2016, che videro l’eclatante vittoria di Virginia Raggi a Roma e Chiara Appendino a Torino, i sondaggi registrarono una forte crescita nelle intenzioni di voto per il M5S (che poi si affermò nettamente alle politiche del 2018). Lo stesso avvenne nelle settimane successive al successo della Lega di Salvini alle europee del 2019, quando i sondaggi fecero registrare un inarrestabile aumento sia delle intenzioni di voto per il partito sia della popolarità del leader fino alla vicenda del Papeete.
Settimane di attesa
Ebbene, oggi gli effetti sembrano più limitati: il Pd si è portato in testa e precede solo di qualche decimale la Lega, Letta aumenta il proprio consenso personale collocandosi al quarto posto nella graduatoria dei leader di partito e il centrodestra continua a prevalere nettamente sul centrosinistra nonché sul possibile «campo largo», sebbene la distanza si sia ridotta. Forse bisognerà attendere qualche settimana per vedere effetti più evidenti, oppure siamo in presenza di un cambiamento rispetto al passato. Se così fosse, ai tanti prodigi che vengono attribuiti al presidente Draghi bisognerebbe aggiungere la smentita del famoso aforisma di Ennio Flaiano secondo il quale gli italiani sono sempre pronti ad andare in soccorso ai vincitori.
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