Scuola, il ministro Patrizio Bianchi: “Mai così tanti i soldi per l’istruzione. Subito più posti nei nidi”

Siamo usciti dal dibattito “Dad sì o no”, ma anche da quella visione per cui il digitale da solo avrebbe risolto tutti i problemi.
“Con la pandemia abbiamo scoperto che quel digitale era una zattera, a cui ci siamo aggrappati per non affondare, per mantenere un contatto fra la scuola e i suoi studenti. Ma non era il futuro. Ora c’è un rifiuto totale, ma faccio due riflessioni: i ragazzi vivono sempre connessi e con un pc, sanno fare cose importanti, ma dobbiamo dare loro la capacità critica di capirne il senso; e poi la scuola non può essere più il luogo dove apprendi le nozioni, perché le informazioni ormai sono ovunque, ma quello dove impari a distinguerle. Per fare questo anche noi adulti dobbiamo crescere”.

Andiamo al concreto, nel Pnrr avete 17,59 miliardi da spendere in cinque anni: come?
“Partiamo dagli spazi, nuove scuole e riqualificazione di quelle esistenti. Le faranno i Comuni e le Province con il supporto di Cassa depositi e prestiti e Agenzia per la coesione. Abbiamo l’occasione di superare il concetto di aule, corridoi lunghissimi e porte chiuse per puntare su laboratori, palestre e mense. A novembre partono i bandi per i primi 5 miliardi”.

Tra cinque anni che scuola sarà?
“Ci saranno più asili nido, per permettere a tutti i bimbi di avere le stesse opportunità già prima della scuola primaria”.

Farete una riforma della scuola media?
“Va rafforzato il ruolo di orientamento verso le superiori dove la scelta degli Istituti tecnici e professionali andrà resa più qualificante anche con la riforma che stiamo approvando. Queste scuole saranno sempre più legate al territorio per inserirti subito nel mondo del lavoro”.

Dalla ricerca Swg/It emerge una forte domanda di insegnanti più aggiornati, anche da parte dei prof.
“Interverremo sulla formazione. Sia in quella necessaria per andare in cattedra che nella formazione continua su temi specifici”

Andrà alla Cop26 di Glasgow la settimana prossima: per dire cosa?
“Ce la possiamo fare a invertire la tendenza del cambiamento climatico. A trovare modalità di convivenza diverse, a ripristinare l’eguaglianza come parametro fondamentale della società. Ce la possiamo fare anche perché dobbiamo dimostrare a nostri figli che siamo in grado di farlo”.

REP.IT

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