Manovra economica, Draghi: così riduciamo le tasse. E cresceremo di oltre il 6%

di Marco Galluzzo

L’esecutivo approva la manovra. Il premier: siamo intervenuti sulle regole per l’assegno a chi è in difficoltà. La telefonata di Conte per «trattare». Il leader M5S: noi in trincea

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Il governo ha appena approvato la manovra di bilancio, il presidente del Consiglio si sposta nella sala della conferenza stampa. Alla fine c’è un momento di leggerezza, non programmato: un cronista chiede al premier se il ministro Daniele Franco andrà al suo posto a Palazzo Chigi, l’anno prossimo. Draghi scoppia in una fragorosa risata, poi sussurra, andando via, «deciderà il Parlamento». Secondo un’altra versione, a seconda di chi è riuscito ad orecchiare, «deciderà lui….». Nel frattempo, lo stesso Franco, si schermisce e fa visibilmente di no con la mano. Poco prima il Consiglio dei ministri si è concluso con un applauso. Il ministro Renato Brunetta enfatizza il dato del Pil, che quest’anno crescerà oltre il 6%, e tutti i ministri apprezzano le sue parole. Mario Draghi invece minimizza: «Andremo ben oltre il 6%, ma assorbiamo anche questa notizia e andiamo avanti».

I punti chiave
L’illustrazione della manovra da parte di Mario Draghi, con a fianco il ministro dell’Economia e il ministro del Lavoro Andrea Orlando dura oltre un’ora. I punti chiave che Draghi sottolinea è che si tratta di una «manovra espansiva, in cui si migliora la spesa sociale, anche perché non esiste buona crescita senza coesione sociale». A sorpresa rivela che la posta per la riduzione delle imposte è di 12 e non di 8 miliardi, che «nel triennio 2022-2024 ci saranno quasi 40 miliardi di riduzione delle tasse», mentre per gli investimenti di raggiungerà una cifra inedita, «saranno 540 miliardi di euro nei prossimi 15 anni, considerando sia le risorse del Piano nazionale di riforme, sia i fondi già stanziati sia quelli di questa legge di bilancio». Sulla destinazione precisa del taglio fiscale il governo deciderà insieme al Parlamento e alle parti sociali.

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Coesione sociale
La parola crescita, relativa al prodotto interno lordo, è quella che Mario Draghi pronuncia di più in conferenza stampa: «È un momento per l’Italia molto favorevole, dobbiamo essere capaci di mantenere questa crescita anche negli anni a venire. Gli ultimi due trimestri sono stati notevoli, il quarto si preannuncia egualmente positivo. L’Italia cresce molto ora, ma questa legge di bilancio non assicura che questa crescita continui in futuro, dovranno essere gli italiani a contribuire, ma oggi si gettano le basi perché continui a un livello piu alto e sia anche più equa». Un elemento e una riflessione che ha ricadute anche su altri dati economici: «Dal problema delle pensioni così come dal problema del debito pubblico si esce solo crescendo molto. E questo è lo spirito di questa legge».

Reddito di cittadinanza
Una delle misure più importanti del provvedimento è la revisione del meccanismo del reddito di cittadinanza. In Consiglio dei ministri il tema è stato dibattuto dai ministri dei Cinque Stelle, l’ex premier Giuseppe Conte ha telefonato a Draghi per difendere l’impianto originario. Le parole del presidente del Consiglio davanti ai cronisti raccontano comunque che l’intervento del governo è molto incisivo: si perderà il diritto al reddito se si rifiuterà la seconda offerta di lavoro, e non c’è dubbio che «condivido il principio del reddito di cittadinanza, ma bisogna che abbia un’applicazione che sia esente da abusi e non sia da intralcio al funzionamento del mercato del lavoro. Sul decalage ci stiamo ancora ragionando. È chiaro che il sistema precedente non ha funzionato. È stato un disincentivo al funzionamento del mercato del lavoro, almeno “in bianco”, in tanti casi invece ha incentivato il lavoro in nero, associato a quello che non è stato pensato come un sussidio. Quindi i controlli saranno diversi e molto più precisi, anche ex ante».

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