Cottarelli: “È una manovra di compromesso, il premier resti per finire le riforme”

Luca Monticelli

«Kick the can down the road». Carlo Cottarelli sceglie un modo di dire inglese per commentare Quota 102 e il rinvio della riforma delle pensioni. Una frase che letteralmente significa «calcia la lattina lungo la strada» e viene usata quando si vuole evitare o ritardare la gestione di un problema. È una legge di bilancio che «rimanda a una discussione successiva diversi interventi, proprio per evitare scontri con le parti sociali», sottolinea il direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’Università Cattolica. Nel provvedimento, spiega l’ex commissario alla Spending review, ci sono misure «abbastanza ragionevoli, però continuiamo ad aumentare il debito, anche se con il rimbalzo della crescita il rapporto debito-Pil comincia a ridursi». Il futuro di Mario Draghi, a Palazzo Chigi o al Quirinale, rappresenta «una grossa incertezza. Io credo che sarebbe utile se rimanesse presidente del Consiglio fino al 2023».

Come le sembra la legge di bilancio? Scorge una visione che tenga insieme questa manovra monstre composta da 185 articoli?
«La visione è quella di un rientro graduale dopo l’enorme sostegno dato dalla finanza pubblica al Paese nel 2020 e nel 2021. L’economia si sta riprendendo e si vuole scongiurare il rischio di togliere troppo presto questo supporto».

Ci sono 23,5 miliardi in deficit sul piatto, vengono utilizzati bene questi soldi?
«Le misure di sostegno ammontano a circa 30 miliardi, ma ce ne sono più di 7 che sono di copertura. Nel Documento programmatico di bilancio si indicavano 4,5 miliardi di maggiori entrate e 3,2 miliardi di minori spese. Bisogna vedere da queste voci generiche cosa viene fuori, ci sarà scritto nelle pieghe del bilancio, però non vedo un’azione di revisione della spesa particolarmente intensa».

Per ridurre le tasse il governo ha creato un fondo da 8 miliardi senza definire come ripartire le risorse tra lavoratori e imprese.
«È il primo stadio della riforma fiscale, di cui ancora non si sa molto. Questi 8 miliardi verranno utilizzati per abbassare l’Irpef, evitando salti degli scaglioni, e per ridurre l’Irap, di cui tutti ormai vogliono l’abolizione».

Si potevano mettere più soldi per tagliare le tasse sul lavoro?
«Tenendo conto della situazione del bilancio, senza andare a tagliare la spesa non credo si potesse mettere di più».

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