Lo Russo: “No al partito dei sindaci, ma contro la burocrazia romana serve un patto fra le città del Nord”

Maurizio Tropeano

TORINO. Scontentare il Pd nella formazione della giunta? Fatto. Scegliere un architetto milanese per affidargli la guida dell’assessorato all’Urbanistica di Torino? Fatto. Puntare su Rosanna Purchia, professionista napoletana che ha appena risanato i conti del Regio come assessore alla Cultura? Fatto. In poco più di una settimana da sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, ha rotto schemi di gioco tradizionali del centrosinistra.

Primo: ha scelto i suoi assessori senza applicare il manuale Cencelli. Secondo: il governo comunale è a trazione femminile con sei donne e cinque uomini. Terzo: il programma punta a ricucire la città. Lo Russo, soprattutto, ha riconquistato Torino ed è l’unico sindaco Pd grandi città del nord Italia. Per Enrico Letta la sua campagna elettorale lo ha fatto diventare un leader nazionale ma lui afferma di non «essere interessato a quel ruolo». «Voglio amministrare Torino», insiste ed esclude di arruolarsi nel partito dei sindaci evocato da Antonio Decaro. Il primo cittadino di Bari e presidente dell’Anci, accusa il Pd di «non valorizzare i sindaci che, dopo il presidente della Repubblica sono le figure istituzionali in cui i cittadini hanno più fiducia per poi perdere le politiche».

Il sindaco di Torino, alla sua prima uscita pubblico dopo l’insediamento ufficiale – «ho la fascia dalle 11 e 23 di mercoledì» – sceglie il forum organizzato da La Stampa e coordinato dal direttore Massimo Giannini, per annunciare le prime mosse della sua giunta. Lo ha fatto rispondendo alle domande dei giornalisti ma anche alle sollecitazioni proposte dallo storico Giovanni De Luna e dal sociologo Marco Revelli.

Perché non vuole iscriversi al partito dei sindaci?

«La questione del rapporto tra il Pd e sindaci deve essere ribaltata: non serve un partito degli amministratori locali. Ma i dem in Parlamento e al governo devono lavorare per dare più forza alle politiche degli enti locali. Mi pare che Enrico Letta abbia questa consapevolezza e sia pronto ad agire di conseguenza».

Quale sarà il primo banco di prova della capacità di modificare questo rapporto?

«La gestione dei fondi del Pnrr. Sarà determinante capire se il sindaco sarà solo un’ufficiale pagatore oppure se avrà la possibilità di dire la sua. Credo che su un tema come questo sia possibile fare rete tra gli amministratori locali».

Anche con Milano?

«Con il sindaco Sala ci siamo solo scambiati dei messaggi e ci vedremo presto. Il nostro problema sono i rapporti con i burocrati romani».

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.