Il fatturato delle spiagge è cento volte il canone. E lo Stato non riscuote

In Italia non esiste una norma che stabilisca una percentuale massima di spiagge che si possono dare in concessione. Secondo gli ambientalisti oltre il 50% delle aree sabbiose è sottratto alla libera e gratuita fruizione. In Versilia si raggiunge il picco: 683 stabilimenti su 30 chilometri di costa, una media del 90% di spiagge occupate.

Il modello europeo

In Spagna nessuno affida le coste senza gare. Le proroghe sono legate agli effetti ambientali e vengono fissate condizioni per la protezione del demanio. In Francia la durata delle concessioni non supera i 12 anni e gli stabilimenti vanno smontati alla fine della stagione perché l’80% della superficie della spiaggia deve essere libera da costruzioni per sei mesi l’anno. In Grecia si organizzano selezioni per consegnare il bene pubblico e sono i comuni a decidere per quanto tempo il privato può gestire la spiaggia.

Da noi, invece, cresce la protesta delle associazioni dei balneari, sostenute dal centrodestra che attacca i giudici. Il vice presidente di Legambiente, Edoardo Zanchini, chiede alla politica «di cogliere l’occasione per inserire nei bandi elementi di premialità per i temi della sostenibilità e dell’inclusività».

LA STAMPA

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