Virus, il picco a Natale. “Trentamila contagi, poi inizierà la discesa”


La terza dose è l’àncora di salvezza cui oggi si appigliano molti Paesi travolti dal virus. La Germania – 51mila casi ieri, record dall’inizio della pandemia – ha chiesto ai cittadini di correre a fare il richiamo. L’Olanda – 12mila casi, come il picco di dicembre 2020 – ha annunciato un nuovo lockdown (uno dei primissimi dall’arrivo dei vaccini) e ha avviato la campagna delle terze dosi, così come Canada e Francia. “Ogni ondata – conclude Battiston – si è arrestata quando abbiamo preso misure per rafforzare gli argini: regioni colorate, vaccini, Green Pass. Ora non abbiamo leve capaci di agire in modo rapido. E resta prematuro prevedere se il panettone dovrà convivere con le mascherine”.

Israele. Booster anche ai ragazzi, i positivi sono crollati

Quasi la metà della popolazione in Israele – 4 milioni di persone – hanno ricevuto la terza dose, che è disponibile a qualunque cittadino al di sopra dei 12 anni. La campagna per distribuire le dosi “booster”, o richiami, è partita a luglio, all’inizio di una terza ondata che ha portato a fine agosto oltre 10mila contagi giornalieri, per un paese di 9,2 milioni di abitanti. Oggi i casi sono sotto ai 500 e la campagna aggressiva delle terze dosi non può che definirsi efficace. Le misure per evitare una nuova ondata non si esauriscono qui. Due giorni fa gli scienziati hanno anche raccomandato la vaccinazione dei bambini tra 5 e 11 anni. Ieri il paese ha condotto l’esercitazione “Omega Drill”, simulando l’arrivo di una nuova variante. Il primo ministro e i suoi collaboratori si sono rifugiati in un bunker, gli ospedali hanno immaginato di dover fare fronte a ricoveri e test su larga scala.

Stati Uniti. Iniezioni approvate ad agosto dopo il pressing di Biden

Gli Stati Uniti hanno approvato le terze dosi il 13 agosto e iniziato a somministrarle a settembre. Il presidente Joe Biden ha puntato molto su questa decisione, trascinando gli esperti della Food and Drug Administration a un’approvazione che all’epoca non era del tutto convinta. Le iniezioni da allora si sono succedute a un ritmo non particolarmente brioso. A oggi il booster è stato somministrato a 26,1 milioni di persone, pari al 32% delle persone vaccinate con le due dosi precedenti al di sopra dei 65 anni (la popolazione Usa è di 330 milioni di abitanti). L’epidemia è in calo dall’inizio di settembre: troppo presto perché il merito sia tutto delle terze dosi, che fanno aumentare gli anticorpi in modo molto potente, ma a un paio di settimane di distanza dall’iniezione. I contagi giornalieri comunque si sono dimezzati: da 1,2 milioni di fine agosto ai 500mila di oggi. Solo nell’ultima settimana sono risaliti leggermente.

Regno Unito. Richiamo a cinque mesi per fermare la pandemia

Troppo virus perfino per la terza dose. Da quando la Gran Bretagna ha iniziato a somministrare i richiami “booster”, a metà settembre, i contagi sono effettivamente scesi, superando un picco di 330mila a settimana a fine ottobre per arrivare oggi a 250mila. L’epidemia però non può definirsi ancora fuori controllo. Il governo ha scelto deliberatamente di non reintrodurre distanziamenti o restrizioni e di fare affidamento solo sulle fiale. Il ritmo delle terze dosi però non è particolarmente rapido. A oggi 9 milioni di cittadini l’hanno ricevuta, su una popolazione di 67 milioni. Fra i cittadini sopra ai 50 anni cui è riservata, insieme ai fragili, la terza dose a oggi è andata a 3 su 5. L’inverno è già pieno in Gran Bretagna e per accelerare le somministrazioni si è scelto di anticipare le prenotazioni: non più sei mesi dopo la seconda dose, ma cinque.

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