Cop26, raggiunta l’intesa per il Patto sul clima di Glasgow: la firma da tutti i 197 Paesi Onu | Ma il carbone non sarà eliminato
Il negoziato fra i Paesi è andato avanti per tutta la giornata. E durante i loro interventi nella riunione plenaria informale, nel pomeriggio, iniziata dopo diversi slittamenti, l’inviato Usa per il clima John Kerry e il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans hanno difeso con calore il testo di documento presentato dalla presidenza britannica. Per loro, è il miglior compromesso possibile. Non votarlo, vuol dire perdere un’occasione storica per vincere la battaglia sul clima. Il presidente della Cop26, Alok Sharma, aveva detto: “Il testo è equilibrato, intendo chiudere entro oggi”. E l’inviato Usa John Kerry gli ha fatto eco: “Il meglio è nemico del bene l’accordo è potente”.
Mancano i fondi per i Paesi meno sviluppati – I paesi meno sviluppati hanno denunciato l’assenza nel testo degli impegni per il fondo da 100 miliardi di dollari all’anno previsto dall’Accordo di Parigi per aiutare a decarbonizzare. E non si è previsto neppure un fondo, richiesto a gran voce dagli stati in via di sviluppo, per ristorare i danni e le perdite dovute al cambiamento climatico. Tuttavia, quasi tutti alla fine annunciano il voto positivo. La rappresentante del Bhutan, a nome del gruppo dei paesi meno sviluppati, ha parlato di un “testo non equilibrato. Ma ora non è il tempo di rinchiuderci nelle nostre differenze, ora è il tempo dell’unità”.
Lo schiaffo dell’India (e della Cina) – Chi se ne infischia dell’unità però sono i grandi Paesi emergenti, che possono permettersi di tener testa a Usa e Ue. La Cina coi suoi toni felpati dice che “non vuole riaprire il testo della bozza di documento finale” della Cop26, che considera “migliorata” rispetto alle versioni precedenti. Però chiede “piccoli aggiustamenti” ed è “pronta a lavorare per proposte costruttive che portino a un testo equilibrato, pragmatico e robusto”. L’India invece va giù pesante sulla questione dell’uscita dal carbone e del taglio dei sussidi alle fonti fossili. “Non è compito dell’Onu dare prescrizioni sulle fonti energetiche – dice il ministro dell’Ambiente, Bhupender Yadav -. I Paesi in via di sviluppo come l’India vogliono avere la loro equa quota di carbon budget, e vogliono continuare il loro uso responsabile dei combustibili fossili”. “Manteniamo intatta la nostra ambizione nelle ultime ore della Cop26. È la nostra occasione di scrivere la storia. Ancora di più, è nostro dovere agire ora”, ha esortato pochi minuti prima del voto finale la presidente della Commissione Ure Ursula Von De Layen. E la Cop 26 si chiude con un accordo. Che rende molti insoddisfatti. Ma che alla fine è stato votato da quasi 200 Paesi.
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