Green pass, il governo potrebbe ridurre la durata a 6 o 9 mesi. I dati sui vaccini: così cala l’efficacia

Se i cittadini non faranno la terza dose, sarà necessario ipotizzare di ridurre la validità dei green pass a 9 mesi o a 6 mesi: dopo 6 mesi infatti la copertura garantita dai vaccini si riduce, come mostrato dai dati dell’Iss. Si valuterà anche se continuare a fornire il pass anche dopo un tampone rapido

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La stretta sul green pass potrebbe essere decisa la prima settimana di dicembre, fino ad allora «bisogna spingere sulla campagna per la terza dose e per chi ancora non ha deciso di immunizzarsi».

I dati che l’Iss diffonde in mattinata, rendendo noti per la prima volta i numeri relativi all’efficacia dei vaccini, convincono il governo della necessità di attendere almeno altre due settimane prima di modificare le norme per il rilascio della certificazione verde.

Se la risposta dei cittadini non sarà adeguata, bisognerà riflettere sulla possibilità di ridurre la validità del green pass. L’analisi degli scienziati parte infatti da una considerazione precisa: «Dopo 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale si osserva una forte diminuzione dell’efficacia vaccinale nel prevenire le diagnosi in corrispondenza di tutte le fasce di età».

Efficacia vaccinale
Scrivono gli analisti dell’Iss: «In generale, su tutta la popolazione, l’efficacia vaccinale passa dal 76% nei vaccinati con ciclo completo entro i sei mesi rispetto ai non vaccinati, al 50% nei vaccinati con ciclo completo oltre i sei mesi rispetto ai non vaccinati. Nel caso di malattia severa, la differenza fra vaccinati con ciclo completo da oltre e da meno di sei mesi risulta minore. Si osserva, infatti, una decrescita dell’efficacia vaccinale di circa 10 punti percentuali, in quanto l’efficacia per i vaccinati con ciclo completo da meno di sei mesi è pari al 92% rispetto ai non vaccinati, mentre risulta pari all’82% per i vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi rispetto ai non vaccinati». Per i 12-39 enni l’Iss stima che «l’efficacia scenda dall’80 al 59% per i contagi e dal 95 all’82% contro la malattia severa. Ma attenzione: i 12-39 non vaccinati che si sono infettati sono ben 508 su 100 mila abitanti, vale a dire oltre il doppio di chi si è immunizzato più di sei mesi fa, e cinque volte rispetto i vaccinati da meno di sei mesi». E a dimostrare l’efficacia del vaccino sono i ricoveri: «In questa fascia sono stati 12 per chi è senza immunizzazione (rispettivamente 18 volte in più di chi è vaccinato da meno di sei mesi, e 4 volte da oltre 6 mesi)». Stesso discorso vale per le altre fasce d’età. Per chi ha tra 40 e 59 anni «l’efficacia passa dal 72 al 42% per le infezioni, e dal 95 all’87,5% per la malattia severa». Nella fascia tra 60 e 79 anni «si passa dal 72% al 40%, a seconda che si siano fatte le due dosi da più o meno di sei mesi per le diagnosi, da 92 a 78% per la malattia severa». Per gli over 80 «il calo della protezione vaccinale è dall’80 a 61% contro le infezioni, e dall’89 a 80% contro la malattia severa».

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