Brusaferro: «Nuove chiusure? La curva si può frenare. Ma tutti i cittadini devono vaccinarsi»

I renitenti al vaccino sono un ostacolo per il superamento dell’emergenza?
«La presenza di ampie fasce di popolazione non immunizzata facilita la circolazione del virus, costituisce un pericolo per sé stessi e per le persone più fragili e, se la circolazione aumenta significativamente, rende necessaria l’attuazione di progressive misure di contrasto».

Marciamo spediti verso nuove chiusure?
«Possiamo rallentare la crescita e mi appello a tutti i cittadini affinché collaborino: se non l’avete ancora fatto, accettate l’offerta della prima dose e, se ne avete già fatte due, prenotatevi per la terza quando è raccomandata. La curva dei contagi è in netto rialzo, l’incidenza settimanale lo scorso giovedì era di 78 casi su 100 mila abitanti negli ultimi 7 giorni, quando sappiamo che la soglia entro la quale si può intervenire efficacemente per circoscrivere i focolai è di 50 casi. Ora è difficile fare previsioni. Altri Paesi stanno adottando restrizioni, ma al momento hanno numeri molto più alti dei nostri».

È stato calcolato ogni quanti giorni raddoppiano i casi?
«Il tempo di raddoppio è soprattutto determinato dall’Rt, l’indice di trasmissibilità (quanti soggetti può contagiare un individuo infetto, ndr). Adesso siamo a 1,24. In prospettiva questo valore è leggermente in calo, a 1,11. Tanto più riusciamo a mantenerci attorno all’unità, la soglia epidemica, tanto meno i casi cresceranno. L’ideale è riportarlo a valori inferiori a 1. È un quadro in evoluzione, è difficile fare stime».

L’aumento dei positivi può essere legato anche a quelli intercettati con i tamponi necessari per assicurarsi il green pass in assenza di vaccinazione?
«No, l’attività dei tamponi, cresciuta in modo significativo nelle ultime settimane, non giustifica l’aumento netto di questi ultimi periodi. La risalita è dovuta ad una intensa circolazione concomitante in Europa, è sostenuta molto dai non vaccinati e da un certo rilassamento nei comportamenti individuali. E aggiungo il fattore inverno. È ovvio che col freddo si trascorre più tempo in ambienti chiusi dove i virus respiratori si diffondono tra gli individui più facilmente».

I test con i tamponi antigenici dal punto di vista scientifico sono un requisito sufficiente per ottenere il green pass valido 48 ore?
«I test utili ad ottenere il passaporto verde sono definiti dalle circolari ministeriali. I dati li conosciamo tutti».

E il fattore scuola?
«L’attività negli istituti è controllata grazie all’applicazione di protocolli molto rigidi. C’è una crescita dei casi nelle fasce di età scolare come abbiamo visto nei dati settimanali, ma lo stesso fenomeno si nota tra i 30 e 50 anni. Parlando di fasce di età poi è bene ricordare che la scuola è suna parte della giornata».

E fuori?
«Tutto ciò che ruota attorno alla scuola è sicuramente meno controllabile. Le occasioni di aggregazione sono momenti di rischio soprattutto quando il virus riprende quota. Il vaccino per la fascia 5-11 anni ancora non c’è e i bambini sono esposti al contagio anche se sviluppano sintomi lievi. Per questo occorre prudenza ed attenzione al rispetto delle regole».

Per concludere professore, ripetiamo i messaggi.
«Possiamo evitare di andare verso un significativo peggioramento. Tutti devono partecipare usando prudenza nei comportamenti e rispettando le regole all’aperto e soprattutto al chiuso vista la stagione. I centri vaccinali poi aspettano i ritardatari e quelli che dovrebbero rendere l’immunità duratura con una terza dose».

CORRIERE.IT

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