Letta: “Patto nella maggioranza per blindare la manovra, poi parleremo di Quirinale”

Annalisa Cuzzocrea

Largo del Nazareno, nel centro di Roma, è pieno di ragazzi che vivono il loro sabato sera come se il Covid non fosse mai esistito. Le tensioni dei cortei no Green Pass sono poco lontane e ben presenti nelle preoccupazioni di Enrico Letta. «Non possiamo permetterci la quarta ondata, perché la fatica sociale del Paese è troppa», dice il segretario Pd in attesa di partire per Siena, dove domani il capo dello Stato inaugurerà l’anno accademico. Quindi sì alla terza dose di vaccino e sì alla tolleranza zero sui No Vax. Quanto al governo, davanti a uno sfilacciamento della maggioranza che è evidente: «Serve un patto di tutti i leader con Mario Draghi per mettere al sicuro la legge di Bilancio. Subito dopo, cominciamo a parlare dell’elezione del nuovo capo dello Stato».

Al confine con la Polonia c’è un filo spinato che tiene fuori migliaia di persone, uomini, donne, bambini che fuggono da condizioni disperate e si ritrovano in balia del freddo, delle botte, della fame. Accade in Europa, com’è possibile che sia così?
«È venuto il momento di cambiare completamente strada, prendendo atto che quella seguita fin qui è fallita. Le parole del presidente del Consiglio Mario Draghi da Parigi lo confermano. Bisogna uscire temporaneamente dai trattati, che costringono all’unanimità e concedono a Orban un diritto di veto che ci si ritorce contro, e fare un negoziato tra Italia, Spagna, Francia e Germania. Un “Migration compact” aperto ai volenterosi e di cui penso alla fine potranno far parte 25 Paesi».

Per agire come?
«Con strategie e strumenti che consentano forme di redistribuzione e di gestione delle politiche migratorie efficaci e lungimiranti. Che guardino al futuro di un continente che si sta spopolando, privo di forza lavoro. Ponendo il problema di gestire i flussi anche in modo selettivo. Quel che è successo in Bielorussia dimostra che il problema non è solo del Mediterraneo. Dico questo sapendo che Matteo Salvini sta per andare in Polonia».

Salvini, Meloni, fanno asse proprio con Orban e Morawiecki. Questo cosa dovrebbe dire al vostro campo?
«Che il confronto politico in Italia è e sarà tra sovranisti ed europeisti. Perché Salvini e Meloni lì sono e lì vogliono andare. Non hanno alcuna intenzione di aggregarsi a un Ppe declinante. Dobbiamo essere all’altezza di questa sfida. Quando vedo il Pd che cresce nei sondaggi, il ruolo crescente che possiamo avere in Europa, quando ho visto Scholz e Sanchez da noi, mi dico che la nostra ambizione è di aprire insieme a loro un decennio progressista a livello europeo».

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