Green pass più breve (senza tamponi rapidi), terza dose del vaccino Covid a tutti: il piano del governo in vista del Natale
Green pass più breve
È proprio il calo dell’efficacia della copertura vaccinale ad aver
convinto gli scienziati a suggerire alla politica di valutare una riduzione dei tempi di validità del green pass.
Oggi il certificato dura 12 mesi dall’ultima inoculazione, ma è un
tempo ritenuto troppo lungo e si pensa di ridurlo almeno a 9 mesi. Una
mediazione ritenuta valida dal ministro della Salute, che esclude si
possa arrivare a 6 mesi.
I test antigenici
Gli esperti sono scettici sull’attendibilità del tampone rapido, parlano di numerosi «falsi negativi» e per questo vorrebbero escluderlo come strumento diagnostico per ottenere il green pass. Su questo Speranza invita alla cautela visto
che le farmacie ne fanno migliaia al giorno e così si rischierebbe di
tagliarle fuori dal sistema di controllo dell’epidemia. L’alternativa
allo studio è quella di ridurre la validità del test molecolare da 72 a 48 ore e di quello antigenico da 48 a 24 ore. Una modifica che viene valutata con la massima attenzione, perché molti cittadini che decidono di non vaccinarsi ricorrono al tampone
per ottenere il green pass che consente loro di andare al lavoro.
D’altro canto accorciare la durata del test rapido potrebbe servire per
convincere i dubbiosi a iniziare il percorso di immunizzazione.
Obbligo per i sanitari
Questa settimana sarà firmato il decreto che obbliga il personale sanitario a effettuare il richiamo.
La terza dose sarà obbligatoria anche per tutti i lavoratori esterni
che accedono alle Rsa e che già adesso devono dimostrare di essersi
sottoposti al ciclo completo per poter entrare nelle strutture per
anziani.
I colori delle regioni
Resta valido il sistema di divisione per fasce. L’Italia è ancora tutta in bianco, ma entro Natale alcune regioni come Lazio, Marche e Friuli-Venezia Giulia rischiano di passare in giallo. In questa zona di rischio è obbligatoria la mascherina anche all’aperto e all’interno dei ristoranti si può stare seduti al tavolo solo in 4 persone, a meno che non si sia tutti conviventi. Il governo non pensa di modificare i parametri (incidenza
dei contagi settimanali e occupazione dei letti nei reparti di area
medica e delle terapie intensive), ma saranno governatori e sindaci a
dover prevedere misure più restrittive in quelle aree, anche limitate,
dove più alto è il numero di positivi. La strada, prevista dalle regole
in vigore, resta quella di creare «zone rosse» per isolare eventuali focolai e limitare la circolazione del virus.
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