Zaia: «Grave manifestare senza mascherina. Essere negazionisti è un gioco pericoloso»

Forse per questo i manifestanti non mettono la mascherina…
«Appunto. In caso di assembramento bisognerebbe, uso il condizionale, cercare di mettersi in sicurezza. Capisco quando si beve o si mangia… Ma una platea intera? Suvvia… Il rischio è che si diffonda l’infezione: all’aperto sarà forse più difficile, ma in una manifestazione si crea l’aerosol. Con la mascherina avresti modo di dimostrare che rispetti le regole, darebbe più valore alla manifestazione. Osservare le regole non è accettare la dittatura ma rispettare il prossimo».

Con la terza dose si aspetta altre proteste?
«Che le devo dire? In Veneto l’80% dei pazienti in terapia intensiva sono non vaccinati. I numeri ci confermano che siamo di fronte a un’ondata classificabile, in una certa misura, come pandemia dei non vaccinati. Un dato che parla da solo ma se non si vuole prenderne atto… La terza dose è il booster necessario per il percorso vaccinale. Ma il pensare che si rinnovino le occasioni di diffusione del virus per la volontà di tirare la corda… Beh, è deprimente».

C’è anche il problema dei contagi nelle società sportive, ci sono squadre che hanno mezzo team fuori gioco.
«La verità è che nello sport il distanziamento è quasi impossibile. Domattina alle 8 ho la riunione per fare le “squadre sentinella”, così come abbiamo fatto con le scuole. Io comunque continuo a credere nei test fai da te, potrebbero darci un grande aiuto. Si dice che la gente, se sta bene, nasconde la positività. Ma il principio, per me, è sempre quello di dare fiducia al cittadino. Il fatto è che abbiamo una crescita lenta, ma è crescita: il virus circola eccome. Ha senso gettare al vento i sacrifici e il lavoro che tutti abbiamo fatto?».

CORRIERE.IT

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