Covid, pressing degli scienziati sul governo: “Una stretta ora per salvare il Natale”
Secondo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi di Milano, il cenone di Natale dovrebbe avvenire solo tra tutti vaccinati, over 60 con terza dose, e distanziamento tra nuclei familiari. Sottolinea, inoltre, di essere «per l’obbligatorietà della vaccinazione», e ritiene che il tampone rapido, strumento per ottenere il Green Pass di 48 ore, «è solo un’istantanea che non garantisce nulla, dopo 2 minuti ci si può positivizzare». Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Ema sostiene che «la terza dose di vaccino potrebbe essere davvero l’ultima. Molti immunologi valutano che il ciclo tradizionale di tre dosi stabilizza la memoria immunologica». Pensando al Natale, «il prossimo potrebbe essere un Natale migliore di quello scorso, ma non sarà normale. Siamo molto a rischio, viviamo un equilibrio molto precario».
Di una «decisione politica, che si sta valutando soprattutto a livello governativo» parla Gianni Rezza, direttore prevenzione del Ministero della Salute. Chiosa: «È chiaro che il vaccino è una misura senz’altro più efficace del tampone, che fotografa la situazione immediata». Per Andrea Crisanti, docente di microbiologia all’Università di Padova «inutile farsi illusioni: la terza dose spetta a tutti. È necessaria per garantire una protezione solida, soprattutto nei soggetti più deboli». Per quanto concerne il Green Pass, «andrebbe legato ai vaccini, non ai tamponi, e fatto durare sei mesi dall’ultima dose». Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss conclude che «la protezione del vaccino cala dopo sei mesi, per questo è fondamentale la terza dose». Ieri, intanto, i nuovi casi di Covid sono stati 7.569 (8.544 sabato) e 36 le vittime (sabato 53). In lieve risalita il tasso di positività da 1,6% dell’altro ieri a 1,7%.
LA STAMPA
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