Zona gialla, quattro regioni a rischio a novembre

«Passeremo anche in zona rossa se non si fermano i contagi — avverte però il governatore veneto, Luca Zaia — siamo preoccupati per questo incremento lento e inesorabile. Per fortuna gli ospedali non sono pieni grazie ai vaccini. Ma nel giro di due settimane, stando alle proiezioni, rischiamo di avere cento persone in intensiva».

Zona gialla o, peggio, arancione, significa il ritorno delle restrizioni: mascherine all’aperto e limite di 4 commensali a tavola nei locali, nel primo caso; chiusure, nel secondo. E il riflesso delle restrizioni sull’economia locale preoccupa Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli: «Siamo a un passo dalla zona gialla. Il passaggio alla zona arancione sarebbe drammatico: è una cosa che non possiamo far pagare a quanti si sono disciplinatamente vaccinati».

Insieme all’incidenza, schizzata oltre i 99 positivi su centomila abitanti, anche nelle Marche preoccupa la crescita di ricoveri. L’8% di letti già occupati da malati Covid in terapia intensiva e il 6% negli altri reparti pongono la regione del centro Italia subito alle spalle delle tre in allerta. Con il Lazio, che ha già riempito il 7% dei letti in rianimazione e il 9 %in area medica, ma può contare su una robusta rete ospedaliera (quella di Roma).

Filippo Saltamartini, assessore alla Sanità delle Marche, però rassicura: «Abbiamo una riserva di altri 25 posti in terapia intensiva che possiamo attivare, nel caso i ricoveri aumentassero, e siamo pronti anche con gli anticorpi monoclonali per evitare le ospedalizzazioni. Intanto è indispensabile curare anche le altre acuzie». Anche Guido Bertolaso, coordinatore della campagna di vaccinazione in Lombardia, ritratta gli allarmi di qualche giorno fa: «Il dato sull’incidenza è a mio avviso il più importante di tutti. E la Lombardia è sotto la media nazionale».

Intanto anche il bollettino quotidiano conferma la crescita del contagio. In un giorno in cui si processano pochi campioni, come il lunedì, i positivi sono 5.144, il tasso di positività schizza al 2,1%, mai così alto da due mesi, e i morti sono 44. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Veneto: 712.

CORRIERE.IT

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