Tg Rai, le nomine appese alle tensioni nel M5S. E c’è la grana Mondiali
di Giovanna Vitale
ROMA – Ci mancava solo il flop della nazionale a complicare la navigazione della Rai dei “migliori” già alle prese con il risiko dei Tg. Il pareggio con l’Irlanda che ha costretto la squadra di Mancini ai playoff, rendendo incerta la partecipazione ai Mondiali, ha gettato nello sconforto i vertici di Viale Mazzini. Preoccupati che la scommessa lanciata dalla precedente gestione possa provocare una voragine nei conti tutt’altro che floridi del servizio pubblico.
La scorsa primavera il tandem Salini-Foa aveva infatti acquistato per una cifra superiore ai 100 milioni (l’importo esatto non è mai stato rivelato) i diritti televisivi di tutte e 64 le partite della competizione che si disputerà in Qatar l’anno prossimo. Poiché in corsa c’erano pure altri network, la Rai aveva progettato di cedere successivamente in sub-licenza i diritti su alcuni match, anche per rientrare dei notevoli costi sostenuti. Le trattative sarebbero dovute cominciare a qualificazione dell’Italia acquisita, che nessuno immaginava — specie dopo la vittoria agli Europei — potesse essere in dubbio. E invece la brutta sorpresa di Belfast ha tramutato l’investimento in un affare, se non ancora pessimo, di certo molto a rischio. Per l’inevitabile svalutazione che subirebbe l’intero pacchetto e i minori introiti pubblicitari, qualora gli azzurri restassero fuori dai Mondiali.
Un incubo che sta agitando i sonni già tormentati dell’ad Carlo Fuortes. Impegnato fino a notte fonda in un’altra estenuante partita: quella con la politica sulle direzioni dei telegiornali. Entro stamattina i curricula dei prescelti verranno depositati presso la segreteria del Cda, che domani ha in programma di approvarli. Anche se non è detto ci si riesca: lo schema messo a punto con Palazzo Chigi, in movimento per tutto il giorno, nella tarda sera di ieri non era ancora del tutto ricomposto. A scompaginarlo è la spaccatura interna al M5S: Luigi Di Maio avrebbe infatti dato l’ok a Monica Maggioni (gradita all’entourage del premier) per la guida del Tg1, ma Giuseppe Conte, che avrebbe voluto mantenere Giuseppe Carboni, ha detto no. A lui l’ex presidentessa Rai proprio non va giù, anche perché i grillini perderebbero il primo notiziario del Paese senza avere (quasi) nulla in cambio: meglio semmai promuovere Simona Sala, “portata” anche dal Pd. Mossa che consentirebbe di liberare il Gr per un uomo di Giorgia Meloni, cui Draghi ha promesso una testata dopo l’esclusione dal Cda: non Nicola Rao, però, considerato troppo di destra, bensì un altro tra Paolo Corsini e Angelo Mellone.
Pages: 1 2